Paris raddoppia a Bormio, ma Inner è un’altra gioia

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Come al solito non mi crederete se vi racconto che a mezzogiorno e dintorni sono rimasto senza luce e così la registrazione della diretta di Juventus-Sampdoria su Sky Q è andata a farsi benedire. O meglio, quando sono rientrato a casa dal funerale in Duomo di Roberto Zamarin, dove c’erano tutti ma proprio tutti quelli che gli volevano bene, da Paron Zorzi a Federico Casarin, il passato e il presente della Reyer, e ho individuato l’interruttore che era saltato in aria, è tornata la corrente e ho riacceso la televisione, il risultato era già di 1-1 e stava finendo il primo tempo. Cosa faccio? Ero disperato e allora non so se ho avuto un’idea brillante, forse no, ma ho cambiato al volo il programma del mio sabato pomeriggio davanti alla tivù: dunque niente partite dell’ultima giornata di serie A, ma un bel tuffo tra le nevi di Bormio (Valtellina) e di Semmering (Bassa Austria) per la Coppa del Mondo di sci. E così mi avanzerà poi anche il tempo per rivedere per la centesima volta “Quattro matrimoni e un funerale” con Andie MacDowell e Hugh Grant o leggere i quotidiani ormai vecchi di tre giorni o per sistemare i preziosi ritagli nella cara scatoletta rossa. Così la Tigre non brontola come la pasta e fagioli che cucinerà l’ultimo dell’anno e che nessuno meglio di lei sa fare. Nemmeno Massimiliano Alajmo o Carlo Cracco. Sfogliando magari anche il libricino di Gino&Michele nel loro simpatico ritorno in Anche le formiche nel loro piccolo postano. 540 battute, tutte pescate dal web, che si possono gustare a piccoli sorsi. La 406 per esempio: – Non sono razzista, ma preferisco la maionese nelle patatine. – Questo non è essere razzista! – Te l’avevo detto che non ero un razzista.  O la 409 di grande attualità: Buon anno un cazzo. E chiudendo per oggi con la 75 autoironica: – Che fai nella vita? – Lo scrittore, ho un blog. E tu? – Il pilota, ho lo scooter. A Bormio, dove non ci s’arriva mai, ma vogliono ospitare le Olimpiadi del 2026 assieme a Cortina, che neanche ha le strade, ha rivinto Dominik Paris (nella foto): dopo la discesa il superG nel giro di ventiquattr’ore. Stavolta con un solo centesimo di secondo, ovvero 24 centimetri, meno del crucco Matthias Mayer. Invece Christof Innerhofer, ieri secondo, è saltato dopo poche porte come i miei tappi. Succede. Mario Cotelli, il cittì della valanga azzurra, ha scritto sul Corriere: “Una doppietta in libera degli unici azzurri vincenti, Paris e Innerhofer, i soli gioielli rimasti a una nazionale senza slalomgigantisti da podio e per di più con pochissimi rincalzi di qualità in tutte le discipline, anche nella velocità”. Parole sante. Nel 2026 Domme avrà quasi 37 anni e Inner addirittura 41. Insomma non c’è tanto da stare allegri. Però Dominik è davvero una scheggia sulla Stelvio e sulla Streif, le piste più difficili della terra. Mentre Christof c’è poco da fare: andrà anche un po’ più piano, ma è più attraente, simpatico e loquace del meranese di Lana che, quando non vince, è più muto di un pesce. In Austria il 36esimo trionfo tra i pali stretti di Mikaela Shiffrin, la mia Shirley Temple non più bambina, semmai già donna, che ha stabilito un altro record: il quindicesimo successo in un anno solare. Settima Irene Curtoni a oltre due secondi. Dodicesima Federica Brignone. Meglio in gigante, dove la figlia di Ninna Quario è ancora leader della specialità in Coppa del Mondo, o in discesa quando Sofia Goggia, la campionessa olimpica, tornerà alle gare. Forse sulla Stra delle Tofane il 19-20 gennaio. Magari. Mentre che tra la ventenne Paola Egonu, fantastica azzurra della pallavolo, e la veterana Kasia Skorupa, ex compagna di squadra a Novara, di 14 anni più anziana, sia finito (forse) l’amore, posso dire? Se ne è già parlato anche troppo. E adesso mi guardo Juve-Samp dal bel principio senza nemmeno, spero, dovervi anche chiedere il permesso.