Non sarà mai che Guido Meda porti un po’ di nera?

Iannone_Dovizioso argentina

Vi chiedo solo un cicinin di pazienza. E non la luna nel pozzo. Prima o poi c’arrivo anch’io: mica son scemo. Caso mai bravo, ma lento. Finalmente stamattina ho visto registrato il Gran Premio de la Republica argentina. Che si è corso domenica a Termas de Rio Hondo. Sulle rive del fiume Dulce. Rio Hondo è invece un lago artificiale e le terme sono consigliate come cura contro l’alta pressione e i reumatismi. Che insomma andrebbero ad hoc per Marx Sarri. Che mi pare nervosamente fumi anche un po’ troppo. Per due giorni non ho letto i giornali. In compenso mi sono fatto un’overdose di My Sky e di motori. Più di Motomondiale che di Formula 1. Subito una domanda: non sarà mai che l’amico Guido Meda porti sfortuna? Non credo a queste cose, però intanto mi tocco e pendo dalle sue labbra. Diciassette giri alla bandiera a scacchi. E già quel 17 mi suona male. Racconta Meda nella sua brillante telecronaca con il pesarese Mauro Sanchini che ha fatto le scarpe a Loris Capirossi, che non ama Valentino Rossi e per questo è stato non a torto parcheggiato di nuovo nel box. “Lorenzo (l’Antipatico), completamente in ombra, è stato scalzato dal quinto posto persino da Jack Miller. Che non è ovviamente un pinguino, anzi: è bravo e lo ha dimostrato in questi giorni di prove. Aiuto!”. Ed è il panico. “Ho visto una moto che nel gruppo degli inseguitori partiva per la tangente. Non voglio gufare nessuno, ma così mi è sembrato”. E adesso provate ad indovinare di chi fosse la moto. Logicamente di Jack Miller, lo sfortunato australiano disarcionato dall’Honda. Ma il capolavoro di Meda arriva all’ultimo giro. Che dico? All’ultima curva. “C’è la Ducati che sta veramente rischiando di mettere le sue due moto sul podio. Il che consentirebbe a Dovizioso di volare in testa al Mondiale”. Ma non termina neanche la frase. “Iannone, Iannone”, urla con la gola strozzata. “Oddio, Iannone all’attacco di Dovizioso”. Sanchini più freddo: “Si toccano: sono cadute entrambe le Ducati”. “Marc Marquez c’è e vince davanti a Valentino. Sono per terra le Ducati. Un finale incredibile (alla Piccinini)”. Ancora l’altro: “Iannone è garibaldino: mi piace”. Sarà piaciuto soprattutto a The Doctor, insperatamente secondo. Meglio così. Ho sempre avuto un debole per Valentino e non l’ho mai nascosto. Però ad Andrea Iannone toglierei lo stesso la patente. Spiega Meda scapigliato, se possibile: “Andrea è entrato lunghissimo in curva e ha tirato giù Andrea perdendo l’anteriore sul bagnato”. Quale bagnato? “Mi correggo, ho sbagliato. E comunque a me non toglie nessuno dalla testa che l’altissima probabilità che Lorenzo stia arrivando in Ducati ha messo quei due, e soprattutto Iannone, nella condizione di lottare tra loro sino all’ultima curva. Neanche fosse l’ultimo sorpasso della sua vita”. Parole che suonano di condanna per Iannone. Al quale mi va di consigliare di cercarsi subito già un’altra moto per la prossima stagione. Come conferma dal paddock Paolo Ciabatti, diesse della Ducati: “Abbiamo buttato via un doppio podio fantastico: non ci stava un attacco del genere a pochi metri dal traguardo”. Che Andrea Dovizioso raggiunge furioso a piedi spingendo quel che resta della sua rossa italiana. Saltando sul podio, Marquez scivola e Rossi si guarda bene dall’allungargli una mano per aiutarlo a rialzarsi. Io gli avrei dato anche un bel calcio sul sedere, ma sarei passato dalla parte del torto. Poi in studio Irene Saderini che mi è simpatica, però così si dice delle donne che non sono belle e lei invece è anche molto carina. Peccato sia la morosa di Danilo Petrucci, un altro che sulla Ducati non scherza. Il grande Paolone Beltramo prova a scherzare: “Avrei preso Iannone a schiaffoni fuori dal box”. Come farei anch’io ogni giorno dell’anno con qualcuno che ha proprio la faccia da sberle, gesticola più di Alberto Angela, apre tutte le vocali, è brutto come il peccato originale e pure lo pagano per andare in televisione. Avete capito di chi parlo? Magari sì: non ci vuole molto, ma stavolta tocca a voi indovinarlo. Io preferisco chiudere con le pagelle della domenica dei motori in tivù. Così imparate a conoscere i miei gusti anche in questa materia. Guido Meda 7.5 a prescindere. E in bocca al lupo. Mauro Sanchini 6+: più forza e coraggio. Loris Capirossi 5-. Irene Saderini 7 come Paolo Beltramo. Carlo Vanzini 8. Marc Genè 4: per lui era cosa da niente il fumo della Ferrari di Vettel che stava prendendo fuoco.  Fabio Tavelli 5. Leonildo Turrrrrini 2/3. Francesco Mandelli 5.5, ma solo d’incoraggiamento. Matteo Bobbi senza voto: non lo conosco abbastanza.