Mistero Gutièrrez: cosa gli è successo che non si può dire?

bramos

Sfogliando le pagine di questo blog sempre più seguito, nell’ultima settimana oltre il 50 per cento in più di contatti, e ringraziandovi sin d’ora per l’attenzione che mi dedicate, ma anche per la pazienza che avete dimostrato nei miei confronti. Dite la verità? Sono diventato proprio bravo e me ne compiaccio. Una volta non mi sarei mai sognato, ruvido pennivendolo di campagna, d’essere tanto carino e gentile con i miei aficionados. Sfogliando le pagine di questo blog, vi stavo dicendo, l’occhio mi è caduto su un articolo di quasi un anno fa. Era esattamente il 26 marzo e l’ho titolato: “E se fosse l’anno del ciclopico Bramos?”. Ora non voglio fare il pavone, e neanche m’allargo a ippopotamo come Ciccioblack Tranquillo, però d’avere la vista lunga lo so almeno dal sessantotto. Quando in terza liceo (classico) partecipai ad un concorso per diventare pilota dell’Alitalia e ne uscii al primo posto con undici decimi e in tasca l’assunzione a tempo indeterminato. Avrei girato il mondo, ma mio padre sperava che mi laureassi e così sono rimasto a terra con un sacco vuoto e molti sogni nel cassetto. Che poi porti culo è arcinoto. E pure che anche un po’ ci marci sopra. Però che la Reyer potesse conquistare lo scudetto con una tripla di Michael Bramos (nella foto, ndr) in gara 5 di finale contro Trento poteva immaginarlo solo il vostro Cappellaio Matto. Che cinque cappelli vi aveva proposto l’altro giorno, ma nessuno è stato, a quanto pare, di vostro gradimento. Neanche la bombetta o la papalina che sarebbero state bene in testa a Giannino Petrucci o a Napoleone Brugnaro. Che domenica non tornerà dall’Australia per votare e nemmeno per vedere i suoi campioni d’Italia opposti alla Virtus di Massimo Zanetti, ma dall’ambasciata italiana nella terra dei coccodrilli e dei canguri darà comunque il suo voto a Renato Brunetta. E Ray-ban De Raffaele vincerà lo stesso. Perché io sarò sugli spalti del Taliercio: basto e avanzo. Scherzi a parte, domani andrò a Reggio Emilia per l’anticipo del sabato sera con la Dolomiti Energia che dovrà rinunciare a Jorge Gutièrrez che una ne fa e cento ne pensa. In settimana l’inquieto messicano ha avuto un incidente domestico: ha comunicato la società di Piazzetta Lunelli aggiungendo “all’inguine” e altro non precisando. Di modo che adesso non se la può prendere se ha acceso le più sfrenate e fantastiche ipotesi di questo mondo. Soprattutto a luci rosse. Consultando il Kamasutra. Voglia di campionato saltami addosso. A chi lo dite? Le final eight di Coppa Italia a Firenze sono state da sballo. E colgo così l’occasione, meglio tardi che mai, per applaudire la Lega di Egidio Bianchi che non avrebbe potuto organizzarle meglio. La finestra aperta sulla nazionale ci ha spalancato nuovi orizzonti. Al punto che se quest’estate Marco Belinelli rinunciasse, come sembra, alla maglia azzurra, fossi MaraMeo Sacchetti non mi strapperei gli ultimi capelli bianchi: ha quel tesoro di Amedeo Della Valle, recupererà Pietro il grande Aradori, cosa vuole di più dalla vita? E persino a Gallo Gallinari direi: “Resta pure a Los Angeles così non corri il rischio di romperti per l’ennesima volta e ci si rivede in Cina per i Mondiali del 2019”. A 32 squadre. Dal 31 agosto al 15 settembre. Purtroppo ancora in esclusiva su Sky. Di modo che in Italia li vedranno sempre in pochi. Soprattutto se la tivù di Murdoch e Disney dovesse perdere anche la serie A di calcio, dopo quella di basket e l’EuroLega, e si scatenerà allora la corsa a disdire l’abbonamento. Tre settimane senza campionato sono state comunque lunghe da morire in particolar modo per chi non ha giocato e non sa ancora se il riposo esagerato le avrà fatto bene o l’avrà arrugginita. Prendiamo per esempio la Varese di Artiglio Caja? Vien da quattro luminose vittorie di fila con Venezia, Milano, Cantù e Brescia. Ed è, come la Grissin Bon, ancora imbattuta nel girone di ritorno. Tra due giorni va a Pistoia e poi a Trento. Quindi in casa con Avellino e fuori a Sassari. Insomma Claudio Coldebella può raccontare quello che vuole a Mamma Rosa, ma non fa fesso nessuno: o Caja s’inventa qualche altro miracolo o l’Openjobmetis potrebbe anche perdere tutte le prossime quattro partite e non sarebbe uno scandalo. La squadra è quella che è. Con Pelle o con Delas: cambia poco. E’ costata solo più di Pesaro. La quale infatti tra otto giorni si giocherà mezza salvezza nell’ultima spiaggia con Capo d’Orlando. E arriccino anche il naso i sacerdoti del tempo, come farò io domenica andando a votare, magari anche tappandomelo, ma a me questa serie A attizza, diverte e incuriosisce. E voi continuate pure a criticarla finché volete.