Canto e rido: Ma te c’hanno mai mandato a quer paese?

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Possono affannarsi finché vogliono, quelli di Sky e altri loro compagni di merende, a spiegarci che la Milano delle scarpette rosse ha finalmente imboccato la strada giusta nonostante la sconfitta in casa, “ma di poco”, con l’Olympiacos più povero del nuovo millennio. O, meglio, possono raccontare questa ennesima colossale balla a Giorgio Armani che negli ultimi sette anni se le è bevute tutte, e quindi non farà fatica a sorseggiare anche questa, ma con me neanche ci dovete provare a prendermi per il cesto perché c’impiego poco a mandarvi gentilmente tutti a quel paese. Come ha fatto venerdì sera con loro Daniel Hackett e prima di lui Alberto Sordi. “Te c’hanno mai mandato a quer paese? Sapessi quanta gente che sta. Er primo cittadino è amico mio, tu dije che te c’ho mannato io. E va, e va, che più sei grosso e più ce devi anna’…”. Finalmente stamattina ho trovato un paio d’ore libere nella mia intensissima vita di nonno e di pensionato per vedermi in santa pace, seduto in poltrona, la partita d’Eurolega al Forum di due giorni fa e della quale ovviamente ancora non conoscevo il risultato finale. A dimostrazione o, meglio, a conferma che non più di quattro gatti vedono il basket su Sky e che il nostro è un orticello così piccolo che, se ci vuoi piantare anche due carote o due carciofi, oltre alle patate, non puoi. A fine di settembre, prima di perdere la finale di SuperCoppa con la Grissin Bon, il nostro Gelsomino Repesa ci ha invitato con il solito aplomb a non costruire troppi castelli in aria perché la sua squadra era ancora in ritardo di due settimane. D’accordo. Da allora è trascorso più di mese, dall’ora legale si è passati a quella solare, le temperature si sono abbassate di brutto e Milano è sempre indietro di quindici giorni. Difatti capitan Gentile ha i crampi nel quarto periodo di ogni match e tutti i suoi subalterni, granatieri o marescialli, finiscono la partita con la lingua a penzoloni che lecca il parquet. Sperando che a Natale le cose in tal senso s’aggiustino e che le scarpette rosse siano in forma almeno per la Befana, mi auguro che nel frattempo l’EA7 abbia superato il primo turno d’Eurolega. Altrimenti saranno tuoni e fulmini. E comunque credo che sia già il caso di mettere un po’ di fretta addosso a Repesa e pure alla società che forse dovrebbe urgentemente anche guardarsi intorno e, dopo Rakim Sanders, acquistare un playmaker e un pivot come dio comanda. O come pure suggerisce il puntualissimo Sandro Gamba. Perché questa Milano che vincerà anche lo scudetto, e ci mancherebbe altro, e che è stata creata ad immagine e somiglianza del suo grande allenatore sempre con le braccia a anfora, se lo posso dire senza che mi urlate dietro di tutto, è per l’Europa una squadra sbagliata che ruota intorno ad un favoloso Gentile, punto e basta, non ha un gioco, come la Juve di Allegri, e sotto canestro fa più fatica a prendere un rimbalzo di me che salgo sulla scala per cambiare la lampadina spot del soffitto in soggiorno. E nemmeno m’importa se è già costata l’occhio della testa e se i suoi fraticelli dopo cena vanno tutti subito a nanna, dicono le preghierine e al massimo si concedono una camomilla con una bella scorza di limone. Sono pure straconvinto che Giorgio Armani possa permettersi e meritarsi qualcosa di meglio anche esteticamente. Perché, se li guardate bene, Macvan, Barac e Hummel sono anche abbastanza brutti da vedersi. Eccepirete: se è per questo anche Vassilis Spanoulis non è un adone, ma volete mettere la sua classe? E poi non ditemi che Milano non poteva almeno allungare le mani su Patric Young che, prima di finire all’Olympiacos, sbarcava il lunario nel Galatasaray e, già che c’era, su Georgios Printezis che con Alex Gentile avrebbero fatto i bambini coi baffi. Dopo essermi preso una solenne arrabbiatura davanti alla tivù e chiedendomi ancora come sia mai possibile che l’EA7, quando il figlio di Nando si prende due minuti di sacrosanto riposo, non abbia una valida soluzione alternativa in attacco, ho sfogliato i quotidiani di sabato e sulla Gazzetta mi è capitato di leggere anche questo: “Pianigiani-Italia avventura finita: ritorna Messina (part-time) con Vitucci”. Chi l’avrebbe mai detto? Il sottoscritto. Esattamente il 13 ottobre scorso su questo blog e con questo titolo: Messina torna in nazionale con Vitucci e Consolini. Cominciando l’articolo scrivendo: “E poi non venitemi a dire che non ve l’avevo detto?”. Ma comunque voi, geni della lampada, fate bene a non darmi retta: diventereste troppo bravi e sareste, come me, espulsi dal tempio. In fretta e furia. E con un bel calcio sul sedere.