Max Menetti torna a Reggio Emilia: chi l’avrebbe mai detto?

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Non serve essere scienziati e nemmeno capirne un cincinin di palla nel cestino per bocciare la fallimentare stagione della Reyer. Senza se e senza ma, senza scuse né (rim)pianti. Però con un bel 4 in pagella. Perché è sotto gli occhi di tutti e di Napoleone Brugnaro la sua Via Crucis iniziata alla fine della scorsa estate con l’eliminazione per la verità immeritata e indolore in semifinale nelle Final Eight di SuperCoppa a Bologna contro la Virtus e conclusasi con quella, invece contestata e raccapricciante, di sabato sera al Taliercio (mezzo vuoto) nei quarti di finale dei playoff: 1-3 nella serie per mano della terribile matricola Derthona di Merendino (Marco Ramondino) che ho conosciuto sabato pomeriggio prima di gara 4 e mi ha fatto un’ottima impressione, la stessa che ho avuto della sua squadra che è brava e disinvolta in attacco quanto solida in difesa. Vi sarete già domandati, apro parentesi, curiosi come siete, anche più delle scimmie, cosa faccia “quello” dalla mattina alla sera a stare rintanato nella sua aurea stanzetta di casa. Ora a parte il fatto che non è proprio così dal momento che nel cuore della passata settimana ho passato due splendidi giorni con gli amici a Bologna e dintorni, mi riposo parecchio e qualche volta pure m’addormento in poltrona o davanti al computer perché sono sempre stanco morto. Non di qualcuno di voi (anche), ma di tutti le pastiglie che prendo ogni giorno e prenderò per il resto della vita. Guardo molto sport in televisione, se posso preferibilmente in registrata, tranne che sulla perfida Rai che mi oscura le partite di pallacanestro pensando di farmi un dispetto. Povera stella. Ho Eurosport Player che mi basta e avanza. Nonostante il bacia banchi della Banda Osiris, Mario Castelli (di sabbia), al quale per fortuna Andrea Meneghin, l’indiscusso numero 1 nel settore, corregge spesso e volentieri il tiro. Passo tante ore al telefon(in)o cercando notizie per Sciacallando, alias Sportando, e poi leggo i giornali ritagliando gli articoli che più m’interessano e soprattutto appuntando su quattro agende quel che mi succede attorno dando la precedenza assoluta alla mia Juventus e al basket. E ora alla guerra in Ucraina. Felicissimo che il Milan abbia vinto lo scudetto.

Non mi credete? Fate pure a meno e comunque, per convincere i San Tommaso che non racconto balle, come il Comune di Reggio Emilia, purtroppo oggi più rosa pallido che rosso fuoco, il quale aveva promesso che avrebbe ultimato i lavori d’ampliamento del PalaBigi fatiscente entro il 2021 e sarà invece già festa grande in Piazza del Monte se li completerà per il prossimo Natale sotto la neve, eccovi la prova che non sparo chiacchiere al vento. La data è quella del 20 settembre scorso e le prime sensazioni sui nuovi oro-granata in Virtus-Reyer 72-71, semifinale di SuperCoppa, sono queste riprese dall’agenda veneziana: “Phillip 4, 2 punti, 1/7, una delusione; Vitali 5 (1/6), giornata storta (cui purtroppo ne sono seguite tante altre); Brooks 5: gioca poco e non sempre entusiasmando, anzi; Echodas 5 e mezzo: solo 9’, non entusiasma De Raffaele; Sanders 7: l’ex trentino mi piace un casino (rima baciata)”. Insomma mi ero sbagliato solo sul conto di Victor Sanders, ma chi avrebbe potuto immaginare che “quel folle nella notte brava del 30 marzo percorresse contromano, ubriaco e sotto effetto degli spinelli di marijuana, quaranta chilometri della A27 dal casello di Mogliano a quello di Conegliano dopo essere stato arrestato e rilasciato dalla Questura di Mestre?”. Come del resto il suo compagno di bisboccia, Jordan Theodore, detto Rolex d’oro, un altro che vivamente vi raccomando e tuttavia in fretta e furia perdonato (e con troppa leggerezza) dalla società di Federico Casarin per giocare a distanza di quattro giorni a Casalecchio contro l’Unahotels di Artiglio Caja e batterla – pensa un po’? – di sette punti.

E qui chiudo parentesi. Anche se mi piacerebbe tanto sapere quale fine ha fatto Victor Sanders e per questo domani telefonerò alla redazione di Chi l’ha visto. Se invece pensate che adesso apra l’armadio degli scheletri della Reyer, vi sbagliate di grosso. 1. Perché ho già quasi sfondato il muro delle 60 righe promesse. 2. Perché sarei anche stufo di fare l’apripista quando l’Anonimo veneziano del Gazzettino brancola nel buio e prima ha scritto di una squadra alla fine di un ciclo che va completamente rinnovata, ma poi si pente e conferma Bramos, Watt, De Nicolao e Brooks oltre a Mazzola e Michele Vitali e Walter De Raffaele al 99 per 100. 3. Perché una rivoluzione del genere non si sognerebbe d’inventarsela neanche il dittatore dello Stato libero di Bananas. E infine perché 4. o si ha fiducia e non solo riconoscenza nei confronti dell’allenatore livornese di Ovosodo, e allora gli s’allunga il contratto ancora di un anno per altri due o tre, il tempo necessario per rifondare una Reyer senza nessuno della vecchia guardia a parte (forse) Mitchell Watt oppure si riparte da Frank Vitucci o Artiglio Caja o Luca Banchi. E non da Max Chef Menetti (nella foto) che era uno dei possibili candidati alla successione di Bobby Solo se oggi non avesse consensualmente risolto il suo felice rapporto sino a Natale con Treviso e domani firmerà per Reggio Emilia un triennale nel club dove ha già disputato due finali-scudetto e ha una splendida casa in campagna dove ieri è tornata al nido la civetta che gli ha sempre portato  fortuna. Chi l’avrebbe mai detto? Forse io, ma non importa. A domani allora. Con un gossip di calcio che farà il Giro d’Italia se non del mondo. Mentre Peppe Poeta si ritira e assai mi dispiace, ma ha scelto d’essere il vice allenatore di Cremona. E allora canestri e solo canestri di cari auguri.