Mamma Rosa rilancia Gas Gas: Virtus, Avellino o Barca?

gas gas

Sarà anche la quarta e ultima coppa d’Europa. Coppa del Nonno o Coppa Fragola. Forse Fiba Europe Cup. Ma se la disprezzate, vi sbagliate. E pure di grosso. Perché ieri sera ero al Taliercio e mi sono divertito molto più di altre volte. Meglio Venezia-Nizhny, tanto per capirci, di Pesaro-Orlandina. E non di poco. Semmai d’infima categoria sono stati i tre arbitri che il vecchio carrozzone della Fiba di Bau Bau Mann ha spedito a fischiare una partita comunque d’andata dei quarti di finale: il greco Poursanidis, lo sloveno Kreijc e la turca Yalman. Di nome Ozlem. Sì, proprio una donna. Non più alta di Lucianina Littizzetto e anche più bruttina di lei. Ma questo non c’entra: non sono sessista e men che meno misogino. Però avrebbe persino arbitrato meglio Ciccioblack Tranquillo. Il quale avrebbe pure di queste velleità oltre a quella di poter un giorno diventare general manager dei San Antonio Spurs e, se proprio gli dovesse andar male, della Milano di Giorgio Armani. Con Andrea Trinchieri allenatore. Che oggi ha scritto sulla Gazzetta una sbrodolata sul pick&roll che ha occupato tutta la pagina del basket. E poi Virginio Bernardi non mi venga a dire che non esiste la Banda Osiris e che non alloggia nella casa di Mamma Rosa. O che Gas Gas non vuole tornare in pista dopo che, prima d’essere cacciato dal Bamberg, aveva disprezzato tutto il basket italiano. Chi un po’ mi conosce sa che vado matto per le ciliegie. Una tira l’altra. E allora non deve stupirsi se mi piace saltare da un pensiero ad un altro. Avevo infatti cominciato a parlare della Coppa del nonno, che Valerio Bianchini ha consigliato alla Reyer di lasciar perdere “se vuole rivincere lo scudetto”, e sono finito a parlare di Trinchieri che al Vate di Torre Pallavicina parecchio assomiglia per il modo intelligente e colorito di raccontare le nostre cose della pallacanestro. Peccato che poi invece si perda in discorsi che lasciano il tempo che trovano e vengono strumentalizzati da Mamma Rosa al solo scopo di screditare Simone Pianigiani che esagererebbe nell’(ab)uso del pick and roll che Milano adotta nel 50,6 per cento delle sue azioni d’attacco. Ovvero un’azione su due. Ma si può? Io dico di no. Anche perché in 23 duelli su 26, o una cosa del genere, Pianigiani ha legnato Trinchieri e allora mi viene da chiedergli: se le squadre del Nazareno, caro il mio Gas Gas, sono così prevedibili mi spieghi la ragione per la quale ogni volta ti fa fare la figura del pollo? Eppure non lo nego che tu sia in gamba come allenatore, ma evidentemente hai dovuto allontanarti dal Bel Paese e andare in Germania per schiarirti le idee e allontanarti dai cattivi consiglieri. Difatti lo vedrei meglio il prossimo anno ancora su una panchina straniera: il Barcellona? Perché no? Del resto in Italia non c’è granché se non Avellino o la Virtus. Sempre che la Sidigas e la Segafredo cambino il fantino. E non ne sarei troppo convinto dal momento che Sacripanti e Ramagli sembrano cadere un giorno per l’altro e invece rimangono sempre in sella. E ci resteranno anche la stagione ventura se Avellino dovesse magari vincere la Coppa Fragola o conquistare la finale, e se Bologna dovesse accedere, come pare, ai playoff. Ci sarebbe per la verità anche la Fiat che, dopo il pirotecnico trionfo in Coppa Italia, è ripiombata nel casino. Adesso il cielo non è più Blue, quindici punti in totale nelle ultime tre (penose) esibizioni. E c’è Guerrini (Tuttosport) che ripescherebbe addirittura Patterson strappando la risoluzione del contratto che gli avvocati della società avevano già preparato. Vujacic fa vita per conto suo e neanche in discoteca va con gli americani. Voglia d’allenarsi ce n’è poca. A parte Poeta e Mazzola. Però i Do Forni, Antonio e Francesco, non più tardi di un paio di settimane fa hanno dichiarato: “Paolo Galbiati resterà con noi confidiamo per molti anni”. E non è che possano ogni volta prendere per i fondelli i giornalisti di Torino e addirittura il direttore Paolo De Paola. Questo mai. Mentre, risalendo la corrente e tornando in laguna, mica mi sono dimenticato della mia Venezia di Daye Nba che contro una squadra russa niente male, rognosa e tosta, e un Stevan Jelovac (28 punti) incontenibile, ha vinto di dieci, ma avrebbe vinto di venti se gli arbitri non avessero permesso al Nizhny d’usare non solo la clava ma anche il piccone e la pistola. Tant’è che Federico Casarin, al quale ce ne vuole prima di fargli perdere la pazienza, ha presentato un esposto alla Fiba di Baumann chiedendo se fosse il caso di raggiungere mercoledì Velikij Novgorod per il match di ritorno o di restare a casa qualora i fischietti dovessero essere di nuovo così scarsi e permissivi come quelli indecenti di ieri sera.