L’ultimo scoop della Gazzetta: l’Inter è campione d’Italia!

lukaku

Dopo undici anni di figure barbine, e di vacche magre, l’Inter del Conte Antonio ha finalmente rivinto lo scudetto nella prima domenica di maggio, ma evidentemente nessuno ha avvertito Romelu Lukaku che, a distanza di due mesi e mezzo, se n’è uscito ieri con questa grande novità: “I campioni siamo noi”. Uno scoop che Mamma Rosa ha subito fatto proprio e in esclusiva l’ha sparato oggi in prima pagina comprensibilmente dimenticandosi nella fretta, e nell’euforia del momento, d’aggiungere un bel punto esclamativo (!) alla fine del titolo su due righe e a cinque colonne. Non mi credete? Fate male e comunque, per non saper né leggere né scrivere, come succede spesso tra molte tose di Zaia nel mio Veneto ignorante, allego la foto della Gazzetta d’oggi a conferma che quello che vi sto raccontando non sono fanfaluche. In effetti è stata ieri una domenica sportiva che più fiacca di così non si ricordava da lustri. Con l’immenso Tadej Pogacar che ha stravinto a ventidue anni il secondo Tour de France di fila indossando la maglia gialla sopra a quella a pois e a quella bianca del miglior scalatore e del più promettente giovane della Grande Boucle e probabilmente della storia del ciclismo mondiale. Quisquilie. O con la Ferrari di Charles Leclerc che per poco (due giri) e solo per colpa del fantastico Lewis Hamilton, sette titoli mondiali, non tornava a vincere un Gran Premio di Formula 1 dopo un anno, nove mesi e 27 giorni dal successo di Sebastian Vettel a Singapore il 22 settembre del 2019. Bazzecole. O con questi benedetti Giochi di Tokyo che si devono fare a tutti i costi perché sono costati la bellezza di 15,4 miliardi di dollari, più del doppio dei 7,5 previsti, e che tuttavia l’82 per cento dei giapponesi vorrebbe che neanche iniziassero tra quattro giorni. Mentre i contagi-Covid al villaggio olimpico si diffondono a macchia d’olio e ieri un giornalista italiano al suo arrivo all’aeroporto Haneda di Tokyo è risultato positivo al test salivare: viaggiava con gli azzurri del basket e del nuoto, tra i quali Nico Mannion e Simona Quadarella, oltre che di pugilato e ciclismo, dal cittì Marco Cassani a Vincenzo Nibali. Sciocchezze. C’è poi stato Matteo Berrettini che a malincuore ha rinunciato alle Olimpiadi dopo la finale di Wimbledon e, come lui, anche Francesco Molinari, l’unico italiano a vincere un torneo dello Slam di golf, l’Open Championship, nel 2018 sul link più difficile della terra, quello di Carnoustie, in Scozia. Sì, d’accordo, ma volete mettere la clamorosa rivelazione di Rom, come affettuosamente Mamma Rosa chiama il suo Lukaku, che, tra un tuffo e un altro a Porto Cervo o a Miami o alle isole Turks e Caicos, a sud-est delle Bahamas, nell’oceano Atlantico, ma non si riposa mai questo benedetto uomo?, ha annunciato al popolo nerazzurro la conquista del 19esimo scudetto? Difatti l’autore dello scoop, un vero cane da tartufo, Vincenzo D’Angelo, non credo figlio di Ninetto, è stato proposto da Papà Urbano come vincitore della terza edizione del Premio Giornalistico Ussi “Lo sport e chi lo racconta” dedicata al caro Franco Lauro che chiamavo Laurito per farlo ridere di gusto. In verità mi hanno raccontato che il titolo “I campioni siamo noi” sia andato di traverso al presidentissimo Cairo che avrebbe semmai sparato in prima pagina a sei colonne il titolo “La fumata granata” dopo che il ventiquattrenne difensore brasiliano del suo Toro, Gleison Bremer Silva Nascimento, nato a Itapitanga, ha allungato il contratto sino al 30 giugno 2024 resistendo alle lusinghe, ci voglio credere, del Borussia Dortmund di Marco Rose e del Liverpool di Jurgen Klopp. Il quale nel tardo pomeriggio mi ha telefonato per chiedermi conferma del titolo di campione d’Italia conquistato dall’Inter del Conte Antonio che aveva letto sulla Gazzetta dello sport. E così, già che c’ero, gli ho anche confessato, pregandolo che la notizia restasse tra noi due in Europa, dell’intenzione di Steven Zhang di liquidare il Parrucchino di Lecce e di prendere come allenatore Simone Inzaghi. “Wer? (chi, ndr)”. Sì, Simone Inzaghi. “Entschuldigung (scusami tanto), ma io conosco solo Pippo Inzaghi”. No, suo fratellino. Basta che non lo dici ad Alessandro Vocalelli. “Warum?”. Perché giusto oggi Vocalelli ha spiegato in un corsivo ai lettori del quotidiano di Mamma Rosa, che perde copie a rotta di collo sino a battere ogni mese il record del minimo storico delle vendite, come Inzaghi (Simone) non sia un ripiego della Beneamata in bolletta, ma una scelta oculata (“e non un paracadute”) del presidente cinesino fatta assieme a Beppe Marotta e Piero Ausilio. D’accordo. E forza Inter, mi raccomando. Che detto da me, gobbo maledetto, porta sfiga. E basta.