Il colore della vergogna è rosa come la Gazzetta

Il mondo è grigio, il mondo è blu: dipende dai giorni. Oggi c’è il sole e domani sera, se non prima, la mia Signora vincerà il tricolore numero 32 della sua grande storia. Qualcuno dirà 30. Lasciamolo dire, per lui parla l’invidia che è verde come il colore dei soldi o del tavolo da biliardo, ma anche della speranza. E comunque nella prossima stagione la Juve porterà tre stelle sul cuore e queste non gliele potrà togliere più nessuno. Neanche quel Rossi che di nome fa Guido che era consigliere di Moratti e suo sicario mascherato da commissario della Federpallone. Tutto ha un colore. Se non due. La mia anima per esempio è bianca e nera: ho il sospetto che l’abbiate capito. O, meglio, è il bianco che abbraccia il nero come canta mio nipote Dodo, splendido erede del trono dei Pea, per far felici e contenti in un colpo solo padre e nonno. Il colore della gelosia è invece il giallo e della passione il rosso. Come della rabbia. Che colore ha invece la vergogna? Non lo sapevo prima di ieri. Poi ieri ho letto un titolo: S-Conte-nti a tutta pagina di un giornale che mio figlio, e fa bene, non compra più dall’estate del 2006. E così ho capito che la vergogna è rosa come la Gazzetta dello Sport che ha processato la Juve e messo sotto accusa il suo allenatore dopo lo 0-0 con il Benfica e l’eliminazione dei bianconeri del Conte Antonio in semifinale di Europa League. Comunque sin qui niente di strano: il quotidiano che organizza il Ghiro d’Italia e che parecchio guadagna dalla corsa in rosa, più volte vinta da qualche drogato eccellente, non ha mai per la verità celato le sue simpatie nerazzurre o, meglio, le sue antipatie juventine che nascono dalla stanza dei bottoni e si propagano per tutte le redazioni di via Solferino arrivando sino allo sport del Corriere della sera. Però stavolta ha toccato davvero il fondo perché nella sua guerra santa alla Signora degli Agnelli ha voluto coinvolgere anche i somari, cioè quei pochi tifosi di dubbia fede bianconera che sul web avrebbero contestato – il condizionale è assolutamente d’obbligo – Antonio Conte e non solo le sue scelte tecniche ma pure le sue parole al veleno nel dopo partita. Ora gli juventini doc, che sono milioni di milioni, più delle stelle in cielo, si ricordano benissimo dov’era finita la Juve prima dell’avvento del Conte Antonio: settima in classifica e fuori dall’Europa. Con lui invece, forse il miglior allenatore di tutta la storia bianconera, domani o tra due settimane vincerà il terzo scudetto di fila sbriciolando tutti i record precedenti per numero di punti fatti e di vittorie. E dunque quelli della Gazza mi facciano un piacere: comincino a fare la somma di quanti punti dividono Napoli, Inter e Milan, tutte e tre insieme, oggi dalla Juve. Glielo dico io: 24 + 36 + 42. Più di cento. Per la precisione 102. E poi processino Napoli, Inter e Milan. E lascino in pace la Signora.