Il Borussia non vale più dell’Empoli e allora tutta questa euforia per la Juve di Allegri è esagerata

Borussia Dortmund vs. Juventus - Champions League 2014 2015 - Ottavi di finale ritorno

Scusatemi ma non mi fido di questa incredibbile, come direbbe Sandro Piccinini, anche con tre bi, esplosione d’amore per la nostra Signora e soprattutto per Acciuga Allegri. In fondo i bianconeri hanno eliminato il Borussia Dortmund che è non è neanche parente di secondo o terzo grado di quello che due anni fa con Mario Goetze e Robert Lewandowski arrivò alla finale con il Bayern Monaco. Difatti ha 30 punti e 34 meno del Bayern in Bundesliga esattamente come l’Empoli del buon Sarri in serie A e nei confronti della Juve. E comunque, piaccia o non piaccia, vale molto meno di una Fiorentina o di un Genoa contro le quali la squadra di Allegri ci ha già paradossalmente lasciato quest’anno le penne. O mi sbaglio? Non credo. D’accordo, lo 0-3 del Signal Iduna Park, che conoscevo come il Westfalenstadion ai tempi di Baggio e  Del Piero, è stato un risultato per molti versi inatteso e per altri esaltante, ma da qui a dire che la Juve ora ha il 54 per cento di possibilità di vincere la Champions League, come risulta dal sondaggio del dopo partita di Sky, mi sembra un’idiozia bella e buona prima ancora di una gran presa per il sedere. E per questo assolutamente non mi fido più di niente e di nessuno. Così come men che meno do retta a quei poveri imbecilli, spero non di fede bianconera, che, sempre nel corso di Sky Football Night di Bonan e Di Marzio, hanno due su tre votato di preferire la Juve di Allegri a quella del Conte Antonio. Magari sull’onda emotiva dell’enfatico Piccinini e sulla spinta di giornalisti dalla memoria molto corta che magari dimenticano che solo due anni fa la Juve è approdata ai quarti di finale della Champions eliminando il Celtic con lo stesso punteggio di ieri sera: 0-3 a Glasgow grazie alle reti di Matri, Marchisio e Infradito Vucinic. Senza Chiellini e con Pogba in campo appena dieci minuti. E vincendo poi 2-0 anche a Torino. Sia chiaro: non ho nulla contro Allegri che è un buon allenatore, da me per primo predestinato al successo quando era ancora al Sassuolo, che piace ancora molto ai nostalgici milanisti ai quali ha regalato l’ultimo scudetto rossonero, quello di Ibrahimovic e Thiago Silva. Ma non potete neanche tirarmi per i capelli ogni qual volta la Juve di Allegri eccezionalmente gioca bene e allora dovete per forza confrontarla con quella di Conte. Che, lo capisco, vi stava sulle scatole, perché vinceva sempre, però adesso basta: state stufando anche i passeri sul ramo con questa storia che è diventata stucchevole oltre che insostenibile. Se invece volete continuare a dar retta a Maurizio Crosetti fatelo pure, ma a vostro rischio e pericolo: sappiate infatti che il sapientino di Repubblica sarà anche di fede bianconera, ma è stato battezzato alla fonte dell’acqua con gocce di cianuro e quindi è nato per seminare zizzania anche nella sua stessa Real Casa. Non lo nego: probabilmente il Conte Antonio aveva fatto il suo tempo alla Juve perché l’aveva spremuta come un limone, però è stato messo nelle condizioni d’andar via come non meritava e per questo Agnelli e Marotta non mi sono assolutamente piaciuti. Se invece per l’ultima volta vogliamo ancora raffrontare i suoi tre anni bianconeri con i pochi mesi di Max Allegri voglio solo far presente agli smemorati che Conte raccolse quattro anni fa una Juve paragonabile, o quasi, all’attuale Milan di SuperPippa Inzaghi: settimo in classifica finale e fuori dall’Europa. E l’ha giudata sino al traguardo dei tre scudetti di fila abbattendo tutti i record italiani possibili e inimmaginabili. Questa invece ha perso la SuperCoppa con il Napoli ed è mezza fuori dalla Coppa Italia. Ed in Champions è pure già caduta due volte. A Madrid con l’Atletico e ad Atene con l’Olympiacos, ma questo se lo sono già tutti dimenticati. Augurandole comunque d’avere fortuna anche nel sorteggio di domani. Perché le capitasse il Bayern Monaco farebbe probabilmente la stessa fine che toccò alla Juve dell’aprile 2013 che fu processata proprio da Crosetti e compagnia bella perché s’era arresa, senza veder mai la palla, ad una squadra che poi diventò campione d’Europa battendo in finale proprio il Borussia Dortmund. Però quello di Goetze e Lewandowski. E non questo di Weidenfeller che becca gol da trenta metri.