I conti non tornano alla squadra del cuore della Gazza

mancio

Vi avevo dato un piccolo compito da fare a casa. Tanto più che solo i pazzi scatenati potevano uscire ieri sera con quel tempo da lupi selvaggi, il Calatrava che si sbriciola sotto la pioggia battente e sventola bandiera bianca, la parabola di Sky che, scossa dal vento gelido, ha brividi di freddo, l’Italia che solo secondo la Moretti è in ripresa, ma nessuno più ci crede. Anche se alla morosa di Giletti darò (forse) lo stesso il voto alle prossime regionali non sapendo chi altri votare. A patto però che non vada più in televisione da Floris a fare la maestrina del doposcuola. Cioè dopo essere stata a lezione da Renzi. Volevo solo sapere, se non ricordo male, quanti punti avesse l’Inter in classifica quando Thohir, stufo di Walter Ego Mazzarri, prese Mancio Roberto Mancini sganciandogli una montagna di soldi. Non chiedevo la luna, ma anche vi capisco: cosa c’è di più bello d’impigrirsi sul divano sino a prender sonno mentre fuori pare sia iniziata la fine del mondo? Sono andato comunque io a vedere in cantina tra i ritagli dei giornali impolverati e ho trovato quel che vi avevo chiesto di cercare. Cioè la prima pagina della Gazzetta del 15 novembre scorso che ovviamente aveva cavalcato l’evento della notte tra il 13 e il 14 con il solito entusiasmo riservato da lustri alla sua grande squadra del cuore. A piena pagina: “Mancio is back”, un titolo che non ho ancora la più pallida idea di cosa voglia dire dal momento che al ginnasio ho studiato il tedesco, oltre che il greco e il latino, ma mi suona bene e allora faccio persino finta di gradirlo. Poi l’occhiello: “Clamoroso all’Inter: Mazzarri silurato, torna l’uomo dei tre scudetti”. Che, per la verità, torneranno molto presto ad essere due. Visto che il primo di Mancini, che in quell’anno di grazia (il 2006) arrivò terzo, sarà restituito a breve da Tavecchio al legittimo proprietario. Cioè la Juve. Infine il sommario: “Mancini: Punto al terzo posto. Thohir: Con lui in alto. Adani il vice”. Ne avesse la Gazzetta azzeccata mezza. E i compensi? “Roby il più pagato: subito 2,7 milioni, poi biennale da 4 puliti”. Cioè senza tasse da pagare, senza i rinforzi di gennaio (Podolski, Shaqiri, Brozovic e Santon) e senza contare i 7 netti, che lordi diventano 14, che comunque l’affarista indonesiano dovrà versare a Walter Ego sino al giugno 2016. Complimenti sinceri. D’accordo, ma a quanti punti era insomma l’Inter dalla Juve quattro mesi fa? Dodici. E adesso? Trenta. E dal terzo posto? Cinque. E ora? Quindici. I conti non mi tornano. O forse sono io che li continuo a sbagliare?