Attento Hugo a quel che dici: c’è il Tiranno in agguato

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Alle quattro ero già sveglio. E non sono più riuscito poi a prender sonno. Per forza. Mi ero addormentato senza sapere chi avesse vinto la SuperCoppa del Forum di Assago. La Milano del Gelsomino piangente che non sa proprio cosa farsene di Abass e Fontecchio o l’Avellino del cittì della nostra under 20 Sacripantibus che non vede di buon occhio gli italiani? A saperlo. Mi sono così voltato e rivoltato nel letto almeno cento volte. Contando le pecorelle sulle quali Giannino Petrucci sa di poter contare ad occhi chiusi in qualsiasi momento: Zapelloni, Arturi, Bertea, Vocalelli, Canfora, Mattioli, Vanetti, De Paola, Di Schiavi, Pedrazzi, Guerrini, Amodei, Lucente, Fontana. E ancora Mattioli, Barocci, Ellisse, Viberti, Kruby, Sacripanti, D’Agnello, Melloni, Lamonica, Tedeschi, Pessina, Lauro, Giansanti, Proli, Bruno o Giovanni, fa lo stesso, Basciano, Sacripanti, Laguardia, Bianchini, Pagnozzi. Scusandomi se mi sono dimenticato di qualcuna, ma nemmeno il miglior pastore della Barbagia conosce per nome tutte le pecorelle del suo sterminato gregge. Eppure non sono riuscito lo stesso a riappisolarmi. Finché, all’alba di lunedì, ho opportunamente deciso d’accendere il televisore e, di guardarmi, a volume spento, l’avvincente finale punto a punto di SuperCoppa che, grazie a My Sky, avevo provveduto a registrare per tempo.

FIGLI E FIGLIASTRI – Mi dispiace, e lo penso davvero, di non aver così potuto sentire cosa si siano detti domenica a fine partita Hugo Sconochini e Alessandro Mamoli. Però non potevo neanche svegliare la Tigre che dormiva (di gusto) nella camera accanto. Nulla di cattivo, spero, sull’Armani o sul presidente della Federbasket come era invece successo nel gustoso dialogo tra i due nel tardo pomeriggio di sabato. Quando Mammoletta ha chiesto al mio Fiorello senza più il codino: “Tu l’hai capita perché solo la Milano di Proli potrà fare quest’anno l’EuroLega mentre a tutte le altre squadre italiane Petrucci ha negato questo diritto? Io no”. “E io tanto meno – gli ha giulivo risposto Hugo -. Eppure non pensare che non ci abbia pensato un sacco di volte, ma ugualmente non sono ancora arrivato a comprendere perché Armani sì e le altre no. Nemmeno l’EuroCup”. Sconochini è un ragazzo sincero come ne ho conosciuti pochi di migliori sui Navigli dopo si cenava insieme e non mancava mai Dino Meneghin seduto a capotavola. Che lo trattava a  modo suo come un figlio. Ma se vuole rimanere a Sky, dove lavora il figlio di Giannino, bisogna che l’ex Fiorello argentino impari in fretta ad essere molto più diplomatico. E invece, sostenendo che non ci si può dare la zappa sui piedi e poi pretendere di volare sulla luna con la nazionale, ha detto una grandissima verità, ma ha anche pestato i piedi al rancoroso tiranno di San Felice Circeo che non sopporta i social e che alla prima occasione gliela farà pagare molto ma molto cara.

SORPASSO IN RAI – Non avrei mai pensato che Alessandro Mamoli mi allungasse la mano e riuscisse a darmi subito del tu. Ma non ditelo al suo maestro e compagno di merende, altrimenti lo prende per il collo e lo sbatte giù dalle scale di Sky. E’ successo ai primi di settembre a Cortina. E abbiamo pure bevuto una birra insieme. D’incredibile è anche che ho scoperto che abbiamo un idolo in comune: Drazen Petrovic. E non Stephen Curry. Lo sapesse Ciccioblack? Non dormirebbe pure lui la notte. E comunque ho deciso: tolgo Mammoletta dalla Banda Osiris in crisi nera e non ne parliamo più. Intanto Acciughino Pittis ha scalzato Stefano Michelini dalla poltronissima d’opinionista del basket in Rai: una domenica farà la spalla a ET Fanelli, un’altra a Denbinsky o come cavolo si scrive. Ho custodito per due mesi la notizia nel cassetto e avrei preferito che qualcuno l’avesse data prima di me, ma, se aspetto che can mangi can, sto fresco e vinco persino il Premio Reverberi per la stampa che s’è ben guardata anche dallo scrivere che, più di Avellino, è stato Dino Seghetti, l’arbitro che vaffanculò Re Carlo Recalcati, ad escludere la Grissin Bon dalla finale di SuperCoppa con Milano: ma questo era l’ordine di Giannino. E al vendicativo Tiranno non si disobbedisce mai. Altrimenti non vinci o non fischi più.