Ditelo piuttosto che Marquez Haynes proprio non vi piace

haynes

Sono già a Trento: ho trovato un bed-and-breackfast che è un amore a due passi dal palasport. Tra i meli carichi di Golden, ancora piccole e verdi, e i melograni in fiore. C’è stato nel primo pomeriggio anche un acquazzone e il vento dal Garda ha rinfrescato l’aria. Così almeno si respira. Ai piedi del Bondone. Tra poco gare 3 e tra quarantott’ore gara 4 con la diretta sulla seconda rete della tivù nazionale. Bene. Scrivo sotto il portico e sono eccezionalmente sereno. Come cerca d’esserlo anche Fred Buscaglia. Ma non è facile. Il treno dello scudetto passa di qui stasera e lo sa meglio di tutti che deve prenderlo al volo. Oggi e non dopodomani. Anche se Dominique Sutton l’ha lasciato a piedi. Anche se gli sono rimasti solo sei gattini più Lechthaler che non è purtroppo una pantera. Anche se la Reyer non ha Batista, ma con Ortner fa lo stesso paura. Eppure lui ci crede. O forse, più che altro, ci spera. Di sicuro sul 2-1 per Venezia tutto diventerebbe più complicato perché sarebbe poi arduo pensare che la Dolomiti Energia trovi ancora le forze per vincere tre partite su quattro. Vedremo. Stavolta però non m’azzardo a sparar pronostici: non sarebbero di buon gusto e carini per Trento. E ho già detto tanto. Forse troppo. Faccio allora un passo indietro e non capisco perché Napoleone Brugnaro lunedì al Taliercio fosse così teso e rabbioso dopo una sfida comunque vinta non dico a cuor leggero, ma alzando le mani dal manubrio un chilometro prima del traguardo. Né arrivo a comprendere perché tutti abbiano cantato le lodi alla difesa lagunare di Tonut e Stone su Craft e abbiano invece cercato di sminuire le tre triple di MarQuez Haynes che hanno sbilanciato la partita in favore dell’Umana dal 50-47 di metà terzo quarto sino al 65-52 della mezzora di gioco. Tanto più che Aaron Craft, l’americano che chissà perché ho sempre pensato fosse uno svizzero d’un imprecisato cantone tedesco, alla fine i suoi 17 punti li ha segnati lo stesso ed è stato il migliore realizzatore, e non solo, di Buscaglia. Evidentemente è più figo di questi tempi sostenere che una squadra ha difeso con le unghie e coi denti piuttosto che applaudirla perché ha fatto canestro con una certa precisione dalla casa del custode del palazzo dello sport. O forse non è vero che la Reyer nel nostro caso ha perso la prima finale di questi caldissimi playoff perché ha sparacchiato da cani e invece ha stravinto la seconda perché ad un certo punto Haynes con un 6/7 nelle bombe ha messo una pezza allo 0/4 di Peric e al 2/8 di Filloy? O più probabilmente il texano di Ray Ban De Raffaele non vi è mai piaciuto perché viene da Siena, era il pupillo di Paperoga Crespi, col qual poco c’è mancato che soffiasse lo scudetto alla grande Milano di Giorgio Armani e di Luca Banchi? O perché lo scorso autunno lo volevate mandar via a pedate sul sedere sostenendo che non aveva nemmeno la più pallida idea di cosa mai fosse il playmaking che per la verità non so neanche io bene cosa sia? Ma fatemi un piacere. E adesso lasciatemi andare a vedere la partita. Altrimenti faccio tardi e domani chi vi racconta come sono andate realmente le cose sul parquet tra i meli e i vigneti di Teroldego e Marzemino? Che sono poi i miei rossi preferiti. Mamma Rosa? Siete proprio tutti dei gran mattacchioni. Divertenti e provocatori. E io un pirla che abbocca sempre come il più stupido dei pesciolini bianchi, rossi e verdi.