Avrei una proposta molto indecente per Giorgio Armani

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Guardavo giovedì sera la faccia incartapecorita di Giorgio Armani: gli anni passano per tutti, non solo per me, ma non è questo che volevo dire. Si leggeva più che altro tra le pieghe del viso dell’ottantaduenne grande stilista una certa qual preoccupazione per le sorti della squadra del cuore alle prese con un’altra molto più forte della sua: il Fenerbahce del bravo ma esagerato Zelimir Obradovic. Il quale tutti trovano anche simpatico. Come no? Come un rospo che ti va di traverso e ti salta in pancia. Ma io sono il solito dissacratore e guastafeste. Al quale però non sfugge (quasi) mai niente. Per esempio che lui e Repesa non si sono stretti la mano né prima, né dopo il duello del Forum. Il serbo di Cacak e il croato di Capljna: chi diresti che dei due è il più giovane? Gelsomino per pochi mesi: quindici. Non l’avrei detto. Così come mai avrei pensato che Giorgino Armani s’intristisse in quel modo vedendo giocare le scarpette rosse in Eurolega. O devo invece pensare che nessuno gli ha ancora detto fuori dai denti che l’EA7, irresistibile in Italia, non è da corsa per la pole position nel campionato continentale? Come del resto la mia Juve. Spiace, ma Milano non vincerà neanche quest’anno l’Eurolega se non ha battuto nemmeno questo Fenerbahce così tenero e falloso. Che è stato un vergogna nel terzo quarto per come ha giocato. L’ha detto Obradovic. Mica io. Al microfono di Pietro Colnago. Ed era avvelenato in faccia come un peperone rosso fuoco. Del resto l’EA7 è stata ancora peggio nell’ultimo periodo: appena due canestri, uno dell’opaco Gentile e l’altro dell’immenso Sanders, in otto minuti e mezzo. Contro i 17 punti, bene o male, dei turchi pur privi dell’asso Bogdan Bogdanovic. Poi la tripla di Farfallina Hichman quando però già Milano aveva dato un calcio al secchiello e un altro al cestino. Come Alessandro la settimana scorsa nello spogliatoio di Desio: e qui mi viene ancora da ridere. Per non piangere. Ma adesso? Con quattro vittorie e cinque sconfitte l’Armani non va proprio da nessuna parte. E intanto i playoff le stanno scappando sotto al naso. Un vero peccato. Perché stavolta la squadra del Livido Proli non è stata fatta coi piedi. Anzi, dava persino la sensazione d’essere parecchio solida, oltre che completa in ogni reparto. E allora? Qualcuno dà la colpa al manico e a qualche pasticcio nelle rotazioni, altri sbagliando a Gentile o alla difesa che non si piega sulle gambe. Però con il Fenerbahce quel che non è funzionato è stata la mira dei suoi piccoli tiratori scelti. Che avevano tutti le polveri bagnate. E quindi? Forse la soluzione del rebus è molto più semplice di quanto si creda e se non altro è la conferma di quel che da fine settembre vado dicendo dell’Olimpia di Zio Gelsomino. Ovvero che le mancano sempre due centesimi per fare una lira e per puntare intanto alle final four d’Eurolega. O kappa, ma cosa? Anche a costo di passare per sgarbato e ingrato glielo sussurro ad un orecchio: qualche milioncino in più per comprare a Natale le star che il Cska di Mosca, il Real Madrid e lo stesso Fenerbahce si sono invece già permesse d’acquistare. Perché il nostro Giorgino non ha forse da parte ancora qualche quattrino da spendere nella pallacanestro? Penso ovviamente di sì, ma qualcuno glielo ha mai fatta questa proposta indecente? Credo proprio di no. Dal momento che lo vedo in tribuna affliggersi troppo per una EA7 che molto più di così non può fare se Proli non può offrire a Gigi Datome lo stesso stipendio di Ale Gentile e a Brad Wanamaker un contratto che invece gli ha dato persino il Darussafaka di David Blatt. E’ vero: l’Eurolega di Bertomeu è lunga come un millepiedi e stressante come le fatiche di Eracle. Siamo appena alla nona giornata e ne mancano ancora ventuno. Quindi nulla è perduto, ma per rimettersi in riga Milano deve vincere un paio di match lontano dal Forum e non è che le buone opportunità che le offre il calendario siano poi molte. Magari giovedì contro Keith Langford a Kazan, ultimo in classifica assieme al Bamberg di Gas Gas Trinchieri. Che non se la passa altrettanto bene con un solo successo, proprio in casa contro l’EA7, nelle ultime sette partite. Domani invece i campioni d’Italia inseguono la nona vittoria consecutiva in campionato. Vittima predestinata il Pistoia di Enzino Esposito. Che si può battere anche con Cinciarini, Fontecchio e Cerella sul parquet dal primo minuto. Ma che gusto c’è? Lo stesso di uno stecchino di ghiacciolo all’anice.