Un altro botto in tivù del basket che piace alla gente

dallava

Della vittoria del Banco di Sardegna, al terzo overtime dell’indimenticabile finale-scudetto numero 6, ho saputo solo oggi a mezzogiorno e cinquantotto. Non un minuto meno o uno di più. Padroni di non credermi, lo so, ma succedono proprio tutte a me. E ora vi racconto perché. Ieri sera me l’ero presa davvero comoda. Non potendo cioè allo stesso tempo seguire Barcellona-Real Madrid su Sportitalia, Inghilterra-Italia under 21 sul digitale terrestre e Sassari-Reggio Emilia su Raisport, mi sono registrato tutti e tre gli eventi e dopo cena mi sono rinchiuso nella mia stanzetta. Mentre la Tigre in soggiorno non si perdeva Chi l’ha visto? e Federica Sciarelli che ha fatto il picco di share quando ha svelato il mistero di Salvatore, volontariamente sparito vent’anni fa, che ora si fa chiamare Michel e lo puoi incrociare di notte, se ti va, alla stazione di Milano. Il telefonino accuratamente spento. Come il computer. Il cestino di ciliegie sulle ginocchia e il portacenere per i noccioli a portata di mano. La televisione ad un metro, sprofondato in poltrona e nessuno al mondo più felice di me. Anche se la Tigre si è convinta che coi soldi che ho speso quest’anno per i duroni di Vignola e adesso di Sant’Orsola mi sarei già potuto comprare un garage. Orate Frates è davvero bravo in tivù. E non lo dico tanto per dire o per prenderlo per il sedere, ma perché lo penso sul serio. Mentre Matteo Gandini è una mitraglietta che spara vento e non prende mai fiato. E allora, per favore, dategli un bel bicchier d’acqua che intanto riavvolgo il nastro e tento di capire quel che stava dicendo. Il Real di Pablo Laso è invece solo da applaudire tutti in piedi: dopo la SuperCoppa, la Coppa del Re e l’EuroLega, ha conquistato pure il titolo di campione di Spagna e ha fatto poker. Altro che triplete. Llull, Rivers, Fernandez, Reyes e Ayon: tanto ci vuole a fare un signor quintetto. Proli prenda nota e si adegui. Ricominciando dalla scelta del coach che, licenziato oggi Banchi, non può essere che Pianigiani. Come pure l’idea Repesa non è da scartare. Anche se è stato un fantastico canestro di Jaycee Carroll a incenerire il Barcellona del povero Xavi Pascual, ancora orfano di Navarro, e se dalla panchina sono arrivati gli altri due re Magi, Nocioni e Maciulis. Bravi bravissimi pure gli azzurrini di Gigi Di Biagio e peccato per quel biscotto tra Svezia e Portogallo, ma questo è il calcio, ’na chiavica come direbbero a Napoli. I migliori giovanotti li ha comunque la Juve e sono Domenico Berardi e Daniele Rugani. Proprio come la GrissinBon. Che va in lunetta per la prima volta con Kaukenas al 28esimo minuto della sesta partita di una finale-scudetto da favola quando il Banco di Sardara ne ha già tirati 23 di tiri liberi e ne ha segnati 14. Delle due allora una: o la squadra di MaraMeo Sacchetti è stata a guardare in difesa o gli arbitri hanno fatto finta di nulla. La verità sta nel mezzo. Siamo così ancora pari: 58-58. Come alla fine del primo tempo e della ripresa. E per fortuna straordinariamente Fanelli non ha parlato di perfetta parità. Perché ne conosce una d’imperfetta? Ad essere sincero su E.T. mi devo però ricredere: è l’unico infatti dei cinque acritici commentatori della Rai del basket ad avere il coraggio di vedere un fischio sbagliato. Succede. E di non tacerlo. Ma ora vado veloce, altrimenti la faccio troppo lunga, e salto al primo overtime. 25 secondi al possibile scudetto, Reggio Emilia avanti di due, dopo che Logan ha segnato una tripla di tabella frontale dagli otto metri e l’indemoniato Della Valle ha centrato dall’inferno un paio di canestri celestiali. Ancora Ricciolino in palleggio: deve tirare e lo fa calpestando la linea dei tre punti e restando sospeso in aria per una vita. Quando mi appare la scritta bianca sul fondo dello schermo dipinto di blu: fine del programma registrato. Sono furibondo. Mi verrebbe da sfasciare il televisore col telecomando. Mi trattengo per miracolo. E adesso che faccio? E’ mezzanotte. Anzi lo era. Potrei sempre accendere il pc e vedere sul sito puntuale della Legabasket o sul buon Basketnet come è poi terminato l’appassionante duello. Ma ho un’idea migliore, anche se al limite del perverso: mi ricordo che alle 11.05 c’è la replica della partita e allora mi stendo sul letto. Buono buono, o almeno ci provo, guardando il Padrino e prendendo sonno, mi pare ma qui non potrei giurarlo, quando Don Vito Corleone va all’obitorio per piangere la morte del figlio bucherellato in un agguato a colpi di mitra. Solo stamattina dunque ho rivisto il secondo tempo e il primo supplementare. Padroni ancora di non credermi. Sino finalmente al tiro di Della Valle. Che stavolta ammacca il ferro. Poi la schiacciata di Dyson Cinciarini che risbaglia il canestro dello scudetto come già al 40esimo. Un nuovo godibilissimo overtime. Quinto fallo dei due mattatori del match, Lawal e Kaukenas. Una scappa e l’altra la riprende. Ancora un supplementare: è il terzo. Che meraviglia. Le triple a raffica di Logan e Dyson, di nuovo il giustiziere della Grissin Bon. Si rigioca domani. E poi sarà davvero finita. Peccato. Intanto è un altro botto di audience: oltre un milione di telespettatori per un share del 5.2 quando di solito, se va bene, è dello 0.8 per cento. Nonostante la contemporaneità su Raiuno della nazionale di calcio. Viva questo basket. Che piace alla gente e non stufa mai.