Con Reggio al completo sarebbe stata un’altra storia

reggio gara2

Sul 12 pari avrei già potuto cambiare canale. E questo ho fatto. Così non mi sono perso una Luciana Littizzetto in gran spolvero, che prendeva per il sedere Bobone Vieri, e anche il raddoppio pescarese di Lapadula che, se lo chiamassero Sir William o fosse il signor Rossi, magari giocherebbe nella nazionale del Conte Antonio. Alla fine del primo quarto (23-24) mi è invece venuta proprio voglia di spegnere il televisore e d’appisolarmi come un angioletto col sorriso sulle labbra. Avevo già visto abbastanza: Ale Gentile e Ricciolino Della Valle, uno meglio dell’altro. Il resto sarebbero stati solo minuti di sonno persi. Non sono il dio nero di Sky e nemmeno il San Bernardo che Ciccioblack tiene legato al suo guinzaglio, ma un poveraccio che vorrebbe però qualche volta anche dormire la notte mentre quei due strillano ad ogni canestro di Stephen Curry o parlano di un intruglio che in Brasile è noto come da noi la camomilla: l’arnica do Mato della stessa famiglia dei girasoli, un misterioso (?) antidolorifico che secondo Davide Pessina avrebbe miracolosamente guarito Leandro Barbosa, il paulista dei Golden State Warriors che stanno strapazzando i Cleveland Cavaliers nelle finalissime della Nba. Tutte balle che vi hanno – immagino – lasciato a bocca aperta e che vi siete purtroppo sciroppati come al solito. Difatti Max Chef Menetti avrebbe anche potuto frullare un campo intero di Porophillum ruderale e dar da bere tre cocktail shakerati di arnica do Mato a Pietro Aradori che ugualmente lo sfortunato bresciano non sarebbe sceso sul parquet ieri sera al Forum. Con un tacco 20 a spillo di Diletta Leotta, la pupa di Matteo Mammì, il direttore produzione di Sky Sport, io comunque pungo e affloscio quel palloncino di Tranquillo e pure il suo compagno di merende valdostano. E mi tengo ben stretti i due figli di papà famosi e il loro incantevole primo periodo di gara 2. Uno l’opposto dell’altro: Alessandro potenza e prepotenza come un toro, Amedeo lieve e svolazzante come un libellula. Epperò entrambi ingenerosamente criticati da Mamma Rosa nella partita di venerdì scorso nonostante Gentile sia stato il miglior realizzatore dell’Armani e Della Valle con due bombe abbia riacceso l’ultimo minuto dell’impari duello. Ale schiaccia da canestro a canestro e segna 9 punti su 11 di Milano quando Gelsomino Repesa lo richiama incredibilmente in panchina. E scuoto la testa anch’io pensando che al Forum c’è ancora chi lo fischia e chi in Italia, specie a Bologna, va in brodo di guggiole solo per Marco Belinelli, montato più d’una panna. Ricciolino deve stare sul parquet invece per tutto il primo quarto, perché non c’è nemmeno Stefano Gentile, il pasticcino Needham ha tre falli e così gli tocca fare anche gli straordinari da playmaker. Se poi gli avanzerà ancora del tempo, ci sarebbe pure da scopare per terra. Intanto prende un rimbalzo, esce dall’arco e spara una tripla: la metà dei punti (12) della GrissinBon (24) portano la sua firma nei primi dieci minuti. Mentre anche il mio ego si gonfia a dismisura quando si rende conto che forse di pallacanestro ne capisco magari anch’io, però poca poca. Nemmeno un’unghia di Ciccioblack. Ci sarebbe anche da dire qualcosa dei tre arbitri. Tempo perso. E qualcosa anche del resto della partita, ma non è successo niente che già non si potesse facilmente prevedere. Certo è che a Cerella tutto è permesso: anche d’infilarti le dita negli occhi. E che l’EA7 di Giorgio nel primo quarto ha segnato più dalla lunetta (12/15) che dal campo. Di nuovo Reggio Emilia è andata presto in barca dopo il 10′: 17-0 tre giorni fa, 8-0 stavolta. Solo che ieri a Kaukenas non è riuscito un altro miracolo e la sua è stata quasi una scena muta. Continuo a leggere gli appunti anche se ho una calligrafia da medico della mutua. Gentile è sempre diavolo e martello. E per fortuna sua c’è almeno Kalnietis che gli dà una mano nel tiro al bersaglio. Sanders non lo può tenere più nessuno: è grosso e svelto da far paura. Veremeenko è molto meglio di Lavrinovic e De Nicolao di Cinciarini pur guadagnando un quarto. La Grissin Bon ha sette vite come i gatti e anche si riavvicina (55-51), ma i gatti col pelo bianco sono proprio contati. Della Valle col cuore, altre due triple nel finale del terzo quarto, ma ha la lingua fuori e, se va fuori lui, gioco io? Non c’è sul serio più trippa per gatti. Però nessuno mi toglie dalla testa che con Aradori e il più grande dei Gentile sarebbe stata tutta un’altra storia. La storia dice Milano tricolore più che mai. Anche questo lo si sapeva. Da settembre. Nonostante Repesa. Che se facesse i cambi con gli occhi bendati forse anche uno lo indovinerebbe. Non pensavo piuttosto che nemmeno stavolta per la Gazzetta il migliore non possa esser stato Ale Gentile, 23 punti e un solo errore al tiro. Mi ripeto: non è che ce l’abbiano con lui? O col padre? Come Pessina con LeBron James. Forse perché non ha seguito il suo consiglio di bere ogni sera una pessima tisana di arnica do Mato?