Filloy non andrà anche in Cina ma all’Armani di sicuro

avellino

MaraMeo Sacchetti ha promesso a Andrea Cinciarini e a Amadeus Della Valle di portarli in Cina ai Mondiali di settembre che per la verità cominceranno l’ultimo giorno d’agosto. E non credo che cambierà idea nemmeno dopo la brutta figura che tutti e due in fotocopia hanno fatto ieri al Forum contro la Sidigas. A meno che non ci metta il becco Giannino Petrucci. Ma non penso. E non perché il presidente federale, che ne sa di basket più di quel che la gente immagina, non ha un ruolo-chiave nelle scelte degli azzurri, ma perché a lui interessano solo quelli bravi che giocano all’estero: Gallinari, Belinelli, Hackett, Datome e Melli. Ovvero i cinque del quintetto-base. E poi che il cittì convochi pure chi vuole. Grazie tante. Doppio zero assoluto per entrambi. Come il numero di maglia di Ricciolino. Cinciarini 0/5 da due punti e 0/2 da tre, Della Valle 0/2 e 0/1. E non mi si dica che stavolta Simone Pianigiani non li ha fatti giocare: addirittura 20 minuti il capitano dell’Armani. Pure troppi. E poi basta con questa storia degli italiani che devono stare sul parquet il più a lungo possibile perché sono figli nostri e della nazionale: giocano se se lo meritano e se possono essere utili alla causa. Altrimenti scaldano la panchina. Dove non è mai morto nessuno. O vanno in A2. Dove possono guadagnare anche meglio. Si fa presto infatti a dire, come dice sempre Edi Dembinski, o come cavolo si scrive, e l’ha ripetuto anche ieri sera con molta enfasi, che è bello vedere in campo Achille Polonara, Stefano Gentile e Marco Spissu o Riccardo Moraschini che hanno senz’altro fatto bene la loro parte nell’altra gara 1 dei quarti dei playoff tra il Banco di Sardara e la Brindisi di SottoMarino. Tanto più che per Polonara e Moraschini ho un debole e li infilerei a occhi chiusi tra gli azzurri che voleranno in Cina con Petrucci e senza Tanjevic. Peccato però che le partite alla fin fine è assai più facile che le vinci con i Pierre, i Thomas e i Cooley o con i Banks, i Brown e i Chappell. Così come è vero che MaraMeo Sacchetti ha altre idee per la testa e gli ultimi cinque convocati dell’Italia saranno al 99 per cento Brooks, Aradori, i fratelli Vitali e Biligha. Con buona pace di Alessandro Gentile e Stefano Tonut. Non so se mi spiego. E persino di Ariel Filloy (nella foto). Che la Reyer farebbe i salti mortali per riavere a Venezia, ma che tornerà a Milano perché Giorgio Armani ha più soldi del sindaco Brugnaro e perché deve sostituire Della Valle che ha già raggiunto l’accordo con l’Alba Berlino. E poi Mamma Rosa non mi dica che non le do delle ghiotte notizie in anteprima. Solo che i siti-pirati di mercato sono molto più furbi e più svelti di lei nel prenderle e copiarmele. Preoccupandosi solo di non citare la fonte. Evviva. Tanto si va avanti (e si vive) lo stesso. E poi bisogna saperle le cose. Per esempio anche Sandro Gamba non fa fatica a scrivere che Cinciarini sarebbe l’attaccatutto dell’Armani, o che Della Valle è un’arma ancora più preziosa, se nessuno l’ha informato che il figlio di Carlo il Marchese è venuto (quasi) alle mani con Nunnally e che il Capitano non è riuscito a ricompattare lo spogliatoio milanese. L’ex cittì convinca piuttosto MaraMeo che l’Italia in Cina non può rinunciare a Filloy. Che è un jolly meraviglioso da giocare a sorpresa come ha fatto al Forum Matteo Maffezzoli che di Sacchetti è il luogotenente in nazionale. La tripla infatti che l’argentino di Cordoba ha ieri infilato nel canestro milanese ad un paio di minuti dalla sirena dell’ultimo quarto ha segnato la partita spegnendo definitivamente l’Armani e trascinando Avellino ad una vittoria sulla quale nessuno aveva scommesso prima. Neanche quelli della Banda Osiris che a mezzanotte hanno festeggiato sui Navigli cantando in coro “Chi non salta è Livio Proli”. Lo champagne lo ha stappato Zio Fester, al secolo Marco Aloi, numero di tessera 007 e responsabile del marketing nella povera Lega di Egidio Bianchi. Perché stava fresco se si aspettava che lo portassero Flavio Tranquillo (leader massimo) o Matteo Soragna (n.010) che non hanno mai offerto un caffè a nessuno in vita loro. Poi alle tre Ciccioblack e So-na-lagna sono scappati a Sky per la diretta di Portland-Golden State lasciando Bassani (002), Chiabotti (013), Canfora (003) e Pisa (037) che non stavano quasi più nella pelle e nemmeno tanto in piedi. Se invece volete sapere come è finita la terza finale Nba a ovest ve lo dico subito: hanno vinto di nuovo i Warriors 99-110 con Draymond Green in tripla doppia: 20 punti, 13 rimbalzi e 12 assist. Così domattina potete passare diritti davanti all’edicola e non fermarvi per comprare la Gazzetta.