Alla fine anche Belen ha perso la testa per Bruno Cerella

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Sicuramente non sono fatti miei, ma è comunque curioso che Sky non dedichi un solo minuto al nostro campionato e alle coppe europee di basket mentre ha un canale che s’occupa ventiquattr’ore su ventiquattro esclusivamente di Nba e trasmette dodici partite a settimana, ma nessuna di queste in diretta dopo la mezzanotte con il commento in lingua italiana. Di modo che mi viene facile pensar male. E cioè che a Ciccioblack Tranquillo e ai suoi compagni di redazione nemmeno passi per la zucca di svegliarsi e di lavarsi i denti prima di mezzogiorno. E che comunque molto poca sia la voglia di lavorare-saltami addosso che prende buona parte di loro. Difatti lo ammette serenamente lo stesso Alessandro Mamoli in uno spot pomeridiano sulla tivù di Murdoch. Nel quale sostiene che “la Nba è bella perché, quando ti alzi la mattina, succede sempre qualcosa che non ti aspetti”. Per forza. Soprattutto se sei andato a letto alla fine del primo tempo coi Clippers autorevolmente avanti (67-54) ai Thunder e con un Danilo Gallinari come non me lo ricordavo così devastante da un bel pezzo: 23 punti e un solo errore al primo tentativo, poi tre triple a segno, otto liberi su otto e in totale 5/6 al tiro. Autorevole e leggero. Un quarto d’ora da sogni d’oro. Nel cuore della notte. Tutto troppo bello per essere ancora vero al brutto e brusco risveglio. Con la sciatica che non mi dà pace e il Gallo che si è improvvisamente spento nella nebbia del primo mattino assieme ai suoi angeli californiani. Addirittura un imbarazzante 39-10 per Oklahoma nel terzo periodo e un 128-110 finale per gli scatenati Russell Westbrook e Paul George (32 punti a testa). In verità il numero 8 dei Clippers con le bianche ginocchiere ha nella ripresa giocato appena dieci minuti fermandosi a quota 27 e francamente non ho ben capito la ragione per la quale Doc Rivers l’abbia così poco utilizzato, ma non ho proprio nessuna intenzione adesso di mettere in discussione gli intoccabili coach della Nba che non ho mai portato in palmo di mano come invece fanno a fari spenti quelli della Banda Osiris. Una splendida notizia, quasi una stella filante, è infatti scesa dal cielo sulla mia scrivania e l’ho raccolta con il cuore che ancora mi batte fortissimo: anche Belen Rodriguez, sì proprio lei, l’intrigante showgirl argentina che fa diventar matti tutti gli italiani, da Marco Borriello a Fabrizio Corona, e prima ancora Inzaghi e Vieri, l’ex di Stefano De Martino, col quale si è sposata e ha avuto un figlio, ha pure lei perso la testa per il bello dei belli della nostra pallacanestro: Bruno Cerella. Trentadue anni, di Bahìa Blanca, tra Viedma e Mar De La Plata, sulla costa atlantica, nel meridione della Pampa. Dalla quale è emigrato a diciotto anni in Italia. Prima in Puglia (Massafra) e poi in Basilicata (Senise). A Salerno in C2 nel 2006. Ala piccola di un metro e 94 per 93 chili. Tartaruga mozzafiato, combattente sincero, talento non eccezionale, ma idolo indiscusso di tutti i palasport del Belpaese. Ha giocato anche a Potenza e Casalpusterlengo e in serie A a Teramo prima del grande salto triplo: Varese, Milano e ora Venezia da due stagioni. Più amato al Forum di Gallinari e al Taliercio di Julyan Stone. Che pure ha un fisico da urlo. Due scudetti con l’Armani e la Fiba Europe Cup con la Reyer di Napoleone Brugnaro. Un bravissimo ragazzo. Tanti amori, ma nessun legame veramente solido. Tranne quello con Emilie Nef Naf, l’ex moglie francese di Jeremy Menez (Milan), che durava da quasi un anno. Prima del colpo di fulmine con Belen che, sbarazzatasi di Andrea Iannone, secondo domenica nel MotoGp d’Australia, sembra oggi non aver occhi che per l’affascinante italo-argentino. O almeno così mi piace raccontarla dopo che per tutto il giorno il mondo del gossip si è fatto vivo con me per saperne una più di Alfonso Signorini sullo sconosciuto prima di ieri cestista rubacuori. Che dalle 20.30 potrete comunque conoscere meglio in televisione addirittura su Raisport e Eurosport Player nella sfida di Champions della Reyer con Tenerife. Sperando di vedere al Taliercio un giorno magari anche Belen (nella foto, ndr, con nessun velo) che tifa per il suo Bruno. Seduta nel parterre fucsia in prima fila accanto al sindaco di Venezia. Mentre accavalla le gambe e le spunta la farfallina tatuata proprio lì. Dove non si può (quasi) dire.