Dilemma Reyer: cartellino giallo o rosso per Stone?

stone

Mi sono tolto un bel peso. Anche se piccolissimo: un linfonodo mentoniero di poco più di un centimetro che spero non sia poi così pestifero come il vostro vecchio scriba. Che con gli occhialini alla Camillo Benso conte di Cavour, inforcati sulla punta del naso, torna oggi alla scrivania e a occuparsi della sua amata pallacanestro dopo che per dieci giorni ha avuto ben altro, credetemi, a cui pensare. Se però pensate che mi sia perso qualche cosa, vi siete sbagliati un’altra volta ancora. Infatti ho visto anche quello che nessuno vuol vedere e ho sentito storie che avrei preferito non sentire. Come della presidentessa di Brescia indagata a piede libero con l’accusa d’indebita compensazione in merito a compravendite di crediti d’imposta fantasma o una porcheria del genere. Graziella Bragaglio ha comunque respinto le accuse e sinceramente le voglio credere. Mentre la sua Germani sbranava l’Armani al Forum e qui per la verità, quando me l’hanno detto, ho fatto molta più fatica a crederci. Ieri alla stessa ora ero al PalaDozza perché non avrei potuto non esserci: la Fortitudo di nuovo in serie A contro i campioni del Bel Paese e una passione per questo nostro basket unica in Italia. La Gazzetta invece non ha mandato nessuno dei suoi inviati e così i lettori di Mamma Rosa, oltre a non sapere un tubo della vicenda Bragaglio o della lettera che una dozzina d’arbitri di serie A hanno firmato e spedito al questore di Trieste per informarlo di quella famosa ricevuta di un pranzo natalizio a Brindisi che l’arbitro Carmelo Paternicò avrebbe girato al suo commissario di campo Guerrino Cerebuch (vedi articolo del 19 settembre su questo blog, ndr), nemmeno mai verranno a conoscenza del fatto che la Reyer a Bologna ha giocato senza Julyan Stone (nella foto) e meno ancora delle ragioni per le quali la superstar di Alexandria, in Virginia e non in Egitto, non è stato della partita. Oggi il Gazzettino di Venezia, che il primo di dicembre deciderà nell’ennesimo referendum della laguna se dividersi (o no) da Mestre, e un giorno vi confesserò il mio voto, ha dato una versione dei fatti completamente sballata interpretando anche male un messaggio postato da Stone sul proprio profilo Instagram: “La battaglia più dura che dovremo affrontare arriverà internamente”. Nel quale non se la prendeva con qualche compagno di squadra e men che meno con Walter De Raffaele e i suoi collaboratori, ma esprimeva piuttosto un malessere interiore e di famiglia di cui parla spesso con quel dio che ha per conto suo. E non fatemi aggiungere altro perché saranno anche fatti solo suoi. Di certo il moro di Venezia non è astemio e neanche s’infila le pantofole alle dieci di sera, ma qualche volta dovrebbe pure ricordarsi d’essere uno dei tre americani a stelle e a strisce della Reyer meglio pagati e al tempo stesso nemmeno dimenticarsi che in passato Federico Casarin, di cui è il cocco, per lui ha chiuso più d’un occhio. Resta il fatto che l’ultima uscita di Stone è stata parecchio grave. Al punto che è dovuto intervenire persino il sindaco Luigi Brugnaro. Il quale ora dovrà decidere se punire Julyan con un cartellino giallo e una multa molto salata o con un cartellino rosso e un volo senza ritorno negli States con la compagna e il figlio. Non me ne vogliano gli ultras orogranata, ma sono per la seconda ipotesi. Intanto Stone potrebbe anche non scendere sul parquet nemmeno domani sera nel difficile debutto casalingo dei campioni d’Italia in EuroCup con il Partizan Belgrado di Gas Gas Trinchieri che ha appena vinto a Zagabria la Supercoppa Aba Liga: una rinuncia pesantissima, ma obbligata in un momento per la verità assolutamente delicato per la Reyer che pure con la Fortitudo ha fatto proprio piangere se non so ancora dirvi chi tra Vidmar e Filloy abbia fatto più ridere. Nonostante l’italo-argentino di Cordoba abbia una valida attenuante: per metà estate è stato al mare e per l’altra metà si è riposato con la nazionale del Piacione. Che nessun azzurro vuole più vedere manco dipinto sul muro, ma forse è meglio tagliare qui subito il discorso prima che Giannino Petrucci tiri le orecchie anche a me come ha fatto con qualche giornale che ha osato parlare di fallimento dell’Italia di Sacchetti in Cina, come in effetti è stato, e soprattutto si dimentichi d’intervenire domani all’assemblea della Lega. Dove in un clima assai caliente dirà a lor signori di darsi una bella regolata smettendola di giocare alla guerra dei bottoni tra bande. Altrimenti varrebbe quasi quasi la pena di chiudere in fretta e furia baracca e burattini. Risparmiando così tempo e danaro senza tanti direttori generali e marketing o uomini ombra e consiglieri del presidente tra i piedi. Come Giulio Iozzelli, l’ex giemme di Pistoia da me annunciato in arrivo alla Lba ancor prima dell’inizio della SuperCoppa di Bari, che non era difficile pronosticare che l’avrebbe vinta il Banco di Sardara, e della conferma ufficiale di Egidio Bianchi. Ora è forse opportuno che precisi che non ho assolutamente nulla contro Iozzelli, che oltre tutto è stato sostenuto da Ario Costa e Federico Casarin, ma se non va bene a Petrucci e qualche altro club sarebbe magari il caso di riparlarne. Non vi pare? Come degli arbitraggi di Alessandro Vicino e Marco Vita pervicacemente ostili all’Umana di Napoleone. O della Milano di Ettore Messi(n)a che, dopo averla vista giovedì a Treviso, mai avrei immaginato che potesse perdere una sola partita in tutto il campionato. Ma prima voglio leggere cosa scriverà Sandro Gamba a tal proposito e poi vi dirò anche la mia. Nel frattempo mi spiace che la Banda Osiris abbia smesso di cantare alla luna “Claudio Pea non scrive più” perché domani farò la settima radioterapia e oggi mi sento di stare già anche meglio di ieri. Tie!