Testa a testa De Raffaele-Esposito per essere il migliore

de raffaele

Sarà perché l’ultima volta in cui sono andato a vedere una partita di basket sono scappato alla fine del terzo quarto. Sarà perché da quattro giorni c’è un cielo color del piombo che ti fa passare tutte le voglie di questo mondo. Sarà perché mi ero registrato su My Sky un paio di sfide della massima serie che pensavo interessanti e due piccioncini di San Marco hanno scelto proprio la mia parabola per fare l’amore sul tetto di casa. Sarà perché mi devo inventare una scusa che sia valida per non scrivere nemmeno oggi di pallacanestro. Sarà perché ho saputo che Peppe Poeta s’è molto arrabbiato perché sono stato a Torino e non l’ho invitato a pranzo. E al terzo bicchiere di Barbaresco avremmo magari fatto pace. Sarà perché non capisco la ragione per la quale dovrei vedere i playoff nel cuore della notte con Ciccioblack Tranquillo, che mi scassa i timpani e mi toglie il sonno, se persino Kobe Bryant ha spudoratamente confessato di non aver rinnovato l’abbonamento alla Nba via cavo. Sarà perché avrei voluto anche volare domani alle Canarie per le final four di Champions se Tenerife-Umana non si giocasse venerdì alla stessa ora di Atalanta-Juve e se già non sapessi come andrà molto probabilmente a finire per la povera Venezia con la corte dei miracoli al seguito. Sarà perché il giornale di Mamma Rosa ha sbattuto ieri il basket in 37esima pagina prima solo delle brevi sull’arco, la vela e il softball e dei necrologi. I quali invero sono l’unico motivo per il quale compro ogni mattina il Gazzettino che proprio nel giorno dei morti dello scorso novembre dubitò che la Reyer di Federico Casarin potesse quest’anno evitare la retrocessione in A2. E infatti chiuderà la regular season al secondo posto se tra una settimana riuscirà a battere il Banco di Sardara a Sassari o tra due domeniche l’Enel di MaraMeo Sacchetti al Taliercio. Sarà perché ho già deciso da un pezzo chi voterò mvp, allenatore, dirigente e under 22 del 2017 e non aspetterò di certo il termine ultimo del 2 maggio per comunicare la lista dei migliori tre per categoria al buon Maurizio Bezzecchi in Lega. Sarà perché mi avete stomacato un po’ tutti con le vostre minacce di querela che non mi fanno nemmeno il solletico sotto alle ascelle e che comunque uso assai volentieri come carta igienica. Sarà perché non guasta ogni tanto prendere le distanze dalla vigna, per quanto sia buona l’uva e il vino che produce, perché altrimenti poi ti esce dagli occhi e finisci per detestarla. Ed è anche per questo che è da Pasquetta che non scrivevo di pallacanestro. Sarà perché sarei anche stufo di raccontarvi la storia della rava e della fava e così vado subito al sodo e vi anticipo gli accoppiamenti dei prossimi quarti di finale dei playoff prima che la Gazzetta ve li faccia cadere dall’alto del (suo) pulpito: MilanoCapo d’Orlando, VeneziaPistoia, AvellinoReggio Emilia e SassariTrento. E, se mi sbaglierò, pazienza. Sarà perché non si vive di solo basket e il calcio nello Juventus Stadium è uno spettacolo da non perdere. Anche se l’avversario è modesto come il Genoa. O sarà perché a Moncalieri, sull’ansa del Po, ho scoperto lunedì un nove buche di golf che non so se Frank Vitucci conosce, ma che gli garantisco: è un amore. Sarà quel che sarà. Come il singolo di Tiziana Rivale che vinse a sorpresa il festival di Sanremo nel 1983. E, comunque sia, sempre cielo c’è. Come cantano splendidamente insieme Ornella Vanoni e Eros Ramazzotti. Molte volte mi sono anche chiesto perché così poca gente vada a vedere la Reyer. E non parlo della squadra di Walter Ray-Ban De Raffaele, che dovrebbe spuntarla di mezza ruota su Enzino Esposito nello sprint che vale il titolo d’allenatore dell’anno. Ma di quella di Andrea Liberalotto che sabato, in gara 3 di semifinale dei playoff-scudetto delle donne, ha beccato da Lucca un imbarazzante 3-27 nel terzo periodo in un palazzetto per trequarti vuoto sotto gli occhi di Napoleone Brugnaro che si guardava intorno sconsolato. Ora non so quanto al sindaco di Venezia costi l’Umana con le tette e, se anche gli costasse un occhio della testa, è liberissimo coi suoi soldi di fare quel che gli pare e piace. Anche di buttarli dalla finestra. Però che lasci fuori dalla porta la squadra di Mestre, che al Taliercio è nata, per far spazio alle ragazze della Reyer mi sembra un gesto di galanteria un cicinin esagerato. Anche se il Mestre sta giocando i playoff della la serie C gold e comunque, dopo cena, cercherà a Trivignano, in aperta campagna, di bissare il successo di domenica a Trieste contro i mitici muli sloveni dello Jadran. Io ci sarò. Così domani magari anche vi racconto come è andata. Pensando all’amico Sergio Tavcar.