Daye fa festa con Brescia mentre Venezia pensa al taglio

adaye

La foto è stata postata dallo stesso Austin Daye su Instagram e quindi non chiedetemi adesso come ho fatto a venirne in possesso e a pubblicarla. Diciamo che le strade del Signore sono infinite e che a volte i miracoli riescono anche ai somari. Come lo sono io di fronte alle nuove tecnologie. Adesso non so se il figlio di Darren abbia chiesto il permesso alla Reyer d’andare a festeggiare la vittoria di Brescia a cena insieme a David Moss con gli amici (e le amiche) della Germani dopo aver perso ieri sera la sfida del Palaleonessa, ma francamente non credo. Anche perché questo pomeriggio la squadra di Walter De Raffaele si è allenata al Taliercio in vista della trasferta di Champions di martedì a Tenerife e comunque non mi sembrava proprio il caso di fare le ore piccole a duecento, o quasi, chilometri da Venezia. Con quella nebbia poi che si tagliava con il coltello. Forse Daye non l’ha ancora capito, ma negli ultimi tempi cammina sul filo del rasoio e così potrebbe, se scivola, farsi del male sul serio. Non è legato infatti alla società di Napoleone Brugnaro da un contratto biennale che scade a giugno del 2020 come ho sempre erroneamente pensato, ma da un 1+1 che Federico Casarin può stracciare un giorno per l’altro. Anche in settimana. Il guaio è che Washington si è rifatto male e non è che il mercato offra molto in questo periodo dell’anno nuovo. Né si discute il valore del ragazzo che ha un talento smisurato in attacco, ma ha anche un carattere che vi raccomando e in difesa è spesso un muro del pianto. Del resto, se ci avete fatto caso, non è mai rimasto più di una stagione nello stesso posto. In Nba a Toronto con i Raptors o a San Antonio con gli Spurs, ma anche a Pesaro nel 2015-16 o in Turchia con il Galatasaray o a Gerusalemme con l’Hapoel. Dove sedeva in fondo alla panchina con la coperta di Linus sulle ginocchia e toccava il parquet due minuti a partita o al massimo tre. Soltanto a Venezia, dove è arrivato circa un anno fa, è andato tutto molto bene sino alla semifinale dei playoff con Trento. Quando ha pensato solo a baruffare con Hogue e Sutton e a farsi anche espellere. Però Casarin, più di De Raffaele, ha voluto dargli fiducia e l’ha riconfermato. Anche se sembra che se ne sia già pentito perché lega poco con i compagni di squadra, spesso ha atteggiamenti da prima donna che non sono capiti e pure ieri a Brescia, per la partita che aveva giocato, avrebbe fatto molto meglio a saltare sul pullman oro-granata e a tornare subito in laguna con la coda tra le gambe. E invece ha preferito cenare coi vincitori. La qual cosa è andata per traverso pure ai vertici della società. Dove anche MarQuez Haynes è ultimamente un sopportato, ma almeno il capitano (?) fuori e dentro il campo sta per conto suo. E in silenzio. Anche con la Germani le cifre sembrerebbero salvare Daye dall’insufficienza: 13 punti in 27 minuti e 6 rimbalzi, ma anche cinque falli e una difesa imbarazzante su Hamilton (20) mvp del match. E se per la verità c’è chi nella Reyer è andato pure peggio, come Haynes (3 punti e 3 in pagella) e Bramos (4), è ormai assodato che al figlio di Darren, che a volte pare un Dio, non si perdona più niente ed è giusto che così sia. Che poi la vittoria di Brescia su Venezia sia stato un piccolo scandalo per come hanno fischiato Gabriele Bettini, Denny Borgioni e Matteo Boninsegna questo è un discorso che affronterò con più calma domani. Ora scappo a vedere a Trivignano in campagna il mio Basket Mestre che cercherà di difendere la sua imbattibilità in tutto il girone d’andata della C-Gold contro il rognoso Oderzo, ma voi che siete abbonati a Eurosport Player andate intanto a vedervi o a rivedervi l’incontro del Palaleonessa e poi sappiatemi dire se Hamilton non andava espulso quando ha affrontato a muso duro il primo arbitro (testa contro testa) e se non erano forse due liberi per la Reyer a un secondo dalla sirena quando sul 72-70 Cunningham ha preso a randellate le braccia di Julyan Stone che anche lui, pettinato in quel modo, mi pare una bella bambolina di colore che dice “guardatemi, ma non toccatemi”. Mentre a mezzogiorno dopo un supplementare la Fiat di Galbi Galbiati ha di nuovo perso e senza ipocrisia sono contento per Matteo Boniciolli e la sua Pesaro.