D’Antoni, il coach più sopravvalutato di questa terra

 

mike

Pensavo ieri, e lo penso tuttora, anche se mi costa parecchio ammetterlo, che Giorgione Buzzavo avesse ragione quando affermò, non mi ricordo più in quale occasione, che Mike D’Antoni era, ed è, l’allenatore più sopravvalutato della terra. Tra i due in verità non è mai corso buon sangue. Nonostante insieme alla Benetton abbiano vinto due scudetti, quelli del 1997 e del 2002. Il primo con Gracis, Williams, Pittis, Rebraca e Rusconi. Oltre a Bonora, Niccolai, Sekunda, Carraretto e Marconato. Il secondo sempre con Acciughino e il Marcantonio più Bulleri, Edney, Nachbar, Nicola, Garbajosa, Bell, Tskishvili e forse mi dimentico anche qualcun altro. Insomma non proprio due squadrette. Entrambi poi stravedevano per Ciccioblack Tranquillo. E quindi non possono essere amici miei. Anche se in passato magari lo sono pure stati. O con me o contro di me. Basta scegliere. E, se siete indecisi, non c’è problema: scelgo io per voi. O sei luce o sei tenebra. Come predicava Mani. Di qui il mio manicheismo con tre cucchiaini di zucchero. Perché in fondo ho bisogno anch’io d’un po’ d’affetto, non sono un mostro e semmai un bastardo. Ma stiamo pur sempre parlando di pallacanestro e non di alta teologia. Con qualche eccezione che conferma la regola. Per esempio Ettore il Messi(n)a. Che non collocherò mai nella Confraternita dell’Osiris anche se sovente frequenta brutte compagnie, ma l’ho visto nascere, crescere e diventare grande. Qualche volta gli ho tirato pure le orecchie, però lui con me è sempre stato paziente e per questo ricambio con lo stessa cortesia e affetto i saluti che stamane mi ha fatto attraverso il caro Paron Zorzi. Ho perso il filo del discorso, ma non importa. Certo è che Sandro Gamba e Simone Pianigiani restano i miei cittì più amati. E il fiero Ettore lo sa bene che chi me li tocca muore. Così come penso che solo il mio paisà potrà portarci a Rio de Janiero con Giannino Petrucci tra i piedi e una nazionale non certo di fenomeni. A parte tre: Gallinari, Datome e Gentile. Gli altri son bravi tosi e qualcuno pure di qualità: Della Valle e Aradori su tutti, prima ancora di Belinelli e Bargnani. Ma un playmaker alla Teodosic non c’è. E neanche un pivot alla Gasol. O no? E comunque non giudico un allenatore da quel che ha vinto. Altrimenti mi basterebbe un pallottoliere. Ma dal coraggio e dalla fantasia. Come mi suggerisce Francesco De Gregori. Del resto Messina di coraggio ne ha avuto da vendere quando è stato tosto a mandare in mona gli italioti che lo insultavano su tutti i parquet, se non erano quelli di casa loro, e a sparire, si fa per dire, all’estero. Dove ha fatto fortuna. Strameritata. Anche se non ha vinto nessun titolo Nba come millantava in tivù il sindaco di San Felice Circeo di cui si è parlato ieri sera a Chi l’ha visto? Dove sei finito?, mi sono pure io preoccupato. Una volta ci teneva tanto a seguire, seduto in prima fila, le partite dei playoff. Facendo la ruota e mostrando le sue fiammanti scarpette rosse. Mentre adesso che ha voluto la Lega tutta per sè, e ha dato le totò alle tre ribelli,  Giannino è scomparso dalla faccia della terra e non passa neanche più le veline a C10H16O che è la formula bruta della canfora. Che ora si firma canf così fa prima e può tranquillamente copiare quello che ho scritto un paio di settimane fa. Ovvero che Michelino s’è accasato a Houston. Dove ha trovato finalmente il petrolio e potrà spiccare il volo dalla rampa di lancio del John F. Kennedy dopo aver anche lui cercato invano fortuna in due piccole squadre di periferia come i Knicks e i Lakers con i quali in totale ha vinto ben 188 partite perdendone però 254 e conquistando una sola volta i playoff senza mai vincere un match manco per il rotto della cuffia. Di qui, tornando a monte, il motivo per cui a Giorgio Buzzavo non posso dar torto quando ha affermato che D’Antoni è il più grande perdente di successo che esiste al mondo. Lo so benissimo: adesso vi aspettate da me un pronostico sulla finale scudetto. O kappa. Lasciatemi vedere domani la prima partita del Forum e poi ve lo saprò dire. Sono infatti incerto tra il 4-1 e il 4-2 ovviamente per l’Armata di Armani. Questo mi suggerisce la logica delle cose. Il cuore invece batterà forte per la GrissinBon: è poco ma sicuro. Così come non mi dispiacerebbe se un italiano tra Ettore il Messi(n)a e Andrea Trinchieri andasse ad allenare il Barcellona. Xavi Pascual non deve però rivincere il titolo della Acb e non gli sarà particolarmente difficile. Visto che ha chiuso la regolar season al primo posto e in semifinale dei playoff dovrà affrontare il Baskonia, mentre il Real Madrid ce l’avrà già molto più dura stasera con il Valencia. In più Pascual ha un altro anno di contratto con il club catalano. Come del resto Gas Gas al Bamberg che è a un passo dal bis nel campionato tedesco dopo l’impietoso 3-0 rifilato al Bayern Monaco. Così per finire vi stupisco: potrei anche cancellarlo dalla Confraternita dell’Osiris. Perché in fondo, sotto sotto, quel topolino ceneroso di Milano mi è anche simpatico e dice spesso cose intelligenti e non banali come troppi suoi colleghi lasciati nel BelPaese.