Danny Boy in camera singola: di notte non si sa mai

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Non vi racconto neanche quanti compagni di squadra, e pure di nazionale, Daniel Hackett ha ospitato in casa sua quando avevano alzato un po’ il gomito e, rientrando dalla movida, avevano fatto le ore piccole. Anche senza di lui. Né vi faccio i nomi: mica sono scemo. Anche se un po’ di bufera non farebbe male ad un basket che d’estate s’appiattisce come l’azzurro mare Adriatico in questi giorni senza vento e di grande arsura. Tutto tace. O quasi. E comunque nessuno mi fa sapere nulla né del nuovo contratto della Lega con le televisioni né di quello stracciato al povero Riccardo Cervi dalla Milano di Giorgio Armani. Top secret. Evviva. Di sicuro vi posso garantire che Raisport il prossimo anno trasmetterà in diretta la partita di serie A della domenica sera con Denbinsky, o come cavolo si scrive, e Fanelli che si alterneranno ai microfoni. Uno dei due in verità potrebbe anche bastare e allora opto decisamente per l’E.T. con le cuffie (e le antennine) che è più bravo e quanto meno risponde al saluto quando lo incontro a bordo parquet. Mentre nessuno si deve solo sognare di toccarmi Stefano Michelini: potrei morderlo e i miei dentini – ve lo giuro – sono assai più velenosi di quelli di un cobra. Così come sono straconvinto che la Gazzettai siti di Cacasenno o Cacasotto (con la coda tra le gambe) possono condirgliela con tutte le salse di questo mondo, ma la Grissin Bon non si prenderà indietro Cervi a primavera neanche fosse l’unico pivot sulla faccia della terra. Però converrete con me che c’è qualcosa di molto ambiguo in tutta questa stramba vicenda. Il ragazzo ha superato le visite mediche in nazionale e si allena regolarmente a Folgaria con gli altri azzurri. Anche se ha il morale sotto ai tacchi. Mentre l’Olimpia, attraverso le solite veline, ha fatto circolare di striscio la voce che il giovanotto reggiano ha qualche problemino. Ovvero? Per me di poco conto. Okay, ma quale? Mica posso raccontarvi proprio tutto, quando invece i miei illustrissimi colleghi s’incerottano le labbra ogni notte prima d’andare a letto per non farsi strappare dalla moglie i segreti di Pulcinella che potrebbero rivelare nel sonno? Vi dicevo piuttosto di Danny Boy. Che non è un Bad Boy come vorrebbero farvi credere. E’ solo un ragazzo un po’ vivace. Questo sì. E irrequieto. Ma non cattivo. Con un sacco di tatuaggi. Per i miei gusti pure troppi. O per caso l’avete sentito parlar male una sola volta di qualcuno? Io no. Mai. Anche se molte cose avrebbe probabilmente da dire. Perché per esempio l’hanno fatto fuori dall’EA7. E comunque lancio una sfida al giornalista che oggi va per la maggiore e che trova tutte le porte sempre spalancate per intervistare chi vuole a qualsiasi ora del giorno e della notte. Lo ha fatto con Gentile che pure era in vacanza in un’isola della Grecia. Lo ha fatto con Cinciarini che sudava sotto l’ombrellone di Pesaro. Ma ora provi a fare quattro chiacchiere senza la benedizione di Proli anche con Hackett e vediamo come andrà a finire. Io scommetto che Danny Boy non gli parla neanche se glielo ordinasse il dottore. E farebbe solo che bene. Come non ha sbagliato a chiedere (e ottenere) di poter dormire in una camera singola nell’albergo del ritiro degli azzurri in FolgariaCon Sky tutta per lui. Perché magari una notte uno si sveglia di soprassalto da un incubo e ricorda d’essersi sognato di una vergognosa lettera che i dodici apostoli della nazionale, nessuno escluso, gli hanno scritto l’estate scorsa spedendola all’Ansa in modo tale che la potesse leggere tutta l’Italia per sputtanarlo. E magari gli passa per la testa di saltare addosso al primo che gli viene a tiro. Cioè al suo compagno di stanza che è lì che sta tranquillamente dormendo. Scherzi a parte, perché io scherzo sempre, mi raccomando, non dimenticatevelo mai, sono davvero contento che Daniel Hackett abbia trovato casa sul Pireo. Proprio al porto di Atene c’è difatti un ristorante anche all’aperto, sul mare, dove si mangia un pesciolino che è una delizia. Se vuole gli do pure il nome, ma non serve: è l’unico, tra quattro o cinque, che è sempre pieno di gente. E sarà da tutti riconosciuto e amato. Senza che qualche detective debba poi fare la spia con il padrone. Ma non fatemi aggiungere altro: vi ho già detto abbastanza.