Cominci il basket italiano a raschiare il fondo del barile

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Non fatevi ancora sentir parlare di 7+5 o 6+6 che potrebbe dirvelo anche Rocco, mio nipote di sei anni, che fa comunque dodici. Siete già ridicoli, diventereste patetici. Dopo che nelle coppe europee, e oggi è appena giovedì grasso, non è uscita di pista solo una delle sette Topolino che avevano preso il via ad ottobre: la Grissin Bon di Reggio Emilia alla quale l’anno scorso Bau Bau Mann e Giannino Petrucci avevano proibito di giocare proprio l’EuroCup per storie di bassa lega (anche con l’elle maiuscola) sulle quali però adesso è inutile tornare. Chi va piano, va sano e va lontano. E per questo le tartarughe hanno vita lunga. Però è anche vero che arrivano quasi sempre in ritardo. Come Mamma Rosa che ventiquatt’ore dopo tutti gli altri quotidiani sportivi ha celebrato soltanto oggi Max Chef Menetti titolando: “L’unico sopravvissuto”. Complimenti. Perché come diceva la buonanima del maestro Alberto Manzi: “Non è mai troppo tardi”. D’accordo. Però non sarebbe neanche male se qualche volta la moglie di Papà Urbano si svegliasse anche un giorno prima. Evitando così almeno che poi non le rinfacci che è brava solo a spudoratamente copiarmi. Il basket italiano ha toccato il fondo del barile: lo dicono i numeri, non io. E quindi non si può più continuare a far finta di nulla. Al contrario bisogna subito dirci bene in faccia come stanno le cose o come dice la canzone (Il costume da torero di Brunori Sas) che mi cantava ieri Rocco in macchina mentre lo accompagnavo a scuola: “Certo non si può stare tutto il giorno a disegnare una casetta con il sole quando il sole se ne va”. E muore. Sempre che si voglia raschiare il fondo del barile. Altrimenti andate pure avanti a raccontarvi la storiella che la pallacanestro nel Bel Paese non funziona perché giocano troppi stranieri. Che non sono nemmeno eccezionali. E’ vero. Ma più scarsi ancora sono i nostri giovanottoni che magari guadagnano anche più dei colleghi americani. Nel primo turno di Champions c’erano quattro squadre italiane: ebbene sono state tutte e quattro eliminate. E non deve vergognarsene solo il Capo d’Orlando del Patat(in)a Di (o San) Carlo che ha stabilito il record, ovviamente negativo, di dodici sconfitte in quattordici partite. Ma anche Sassari, Avellino e Venezia. Che non sono proprio le ultime della pista, ma indicate all’inizio della stagione come le quattro probabili semifinaliste-scudetto assieme a Milano. Stendo un velo pietoso sul Banco di Sardara che già a metà gennaio era fuori da tutti i giochi. Ma la Sidigas come può perdere ieri a Bonn e chiudere in classifica alle spalle dei turchi del Besiktas, e passi, ma anche dei cechi del Nymburk e dei polacchi dello Zielona Gora oltre che del Nanterre settimo nel campionato francese? Del resto lo stesso Gianandrea De Cesare, generoso patron degli irpini, è dall’anno scorso che non mette piede al palazzetto. Né la Reyer può chiamarsi fuori perché è finita sesta con 8 vinte e 6 perse e gli stessi punti di Aek Atene, Bayreuth e Estudiantes. Dal momento che, sino a prova contraria, è campione d’Italia e ha giocatori di valore che sono profumatamente pagati. Tanto più che al settimo e ottavo posto sono terminate l’Olimpia Lubiana e il Radom che avrebbero persino potuto prenderle dall’Orlandina. E ho detto tutto. Né mi va ora di dir nulla d’antipatico sul conto di Torino e Trento in EuroCup. Né dell’Armani che è penultima nel girone a sedici squadre di EuroLega e che domani gioca a Belgrado con la Stella Rossa che l’ha già battuta al Forum e le sta davanti in classifica nonostante tiri a campare con un budget come minimo dieci volte inferiore a quello degli opulenti milanesi di Giorgio Armani. Difatti è molto probabile che non guardi la partita nemmeno in differita o in registrata su Eurosport Player alle 19 in punto. Perché sarei anche stanco di farmi il sangue amaro e mangiarmi il fegato sentendo che c’è ancora gente che si esalta vedendo giocare Andrew Goudelock e Jordan Theodore che neanche sanno che esistono Arturas Gudaitis e Kaleb Tarczewski ai quali magari potrebbero qualche volta pure passare la palla sotto canestro. Piuttosto stasera mi vedo la sfida al vertice di A2 tra la Fortitudo e Trieste che almeno Mamma Rosa poteva dirci che SportItalia trasmetterà in diretta tra mezzoretta. Ma al giornale delle news del giorno dopo era forse chiedere troppo. O considera, sbagliandosi, SportItalia figlia della serva?