Nei secoli continueremo a chiamarlo Ciccioblack

 

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Come sarebbe la mia vita senza Tranquillo? La risposta è scontatissima: sarebbe terribilmente tranquilla. Mi raccomando: con la ti minuscola. E comunque, prima che scoppi un altro finimondo, raddrizzo subito la mira: la mia vita senza Cicciobello al centro del bersaglio permanente sarebbe sicuramente molto più serena, ma pure più sciapa, piatta, insulsa, monotona, triste. Insomma un noiosissimo trantran. O tramtram, come scriverebbe lui bisticciando un po’ con la lingua di Dante Alighieri se è vero che, quando cinguetta, si firma “queto”. E non “quieto”. Ma si può? Io dico di no. Tranquilla è poi la moglie di Tranquillo. E tranquilli sono i loro gemelli che affettuosamente chiamo Pick e Roll. I miei sono invece Giorgia e Bicio. Uno è avvocato e l’altro commercialista. E nessuno dei due per fortuna ha voluto fare il giornalista. E’ la mia Tigre semmai che anche oggi avrebbe tentato di mettermi di nuovo nei casini. Rientravo infatti dalla banca, dove ho chiesto un mutuo per comprare i costosissimi pomodoro neri di Bulgari, quando l’ho trovata con l’idraulico. Vi prego, non pensate male. E, se ce la fate, provate anche a non ridere. C’era la lavatrice rotta: un guasto da poco. Che lui ha risolto in un lampo per soli 80 euro in nero e 100 con ricevuta di ritorno. “E tu quanti gliene hai dati? “Ottanta, è ovvio: mica son scema”. “Però sei matta da legare”. E ho supplicato l’idraulico che si prendesse subito gli altri venti. Bepi mi guardava esterrefatto. In quindici anni di mestiere, mi ha confessato, sarò stato in mille case, ma mai mi è capitata una cosa del genere. “Sarebbe a dire?”. Che qualcuno mi pregasse in ginocchio di fargli una ricevuta. “Succede”. Ma per quale ragione, se non sono indiscreto? Mi ha domandato ancora sconvolto. “Sarebbe troppo lunga da raccontare. Magari passi un’altra volta quando avrò sicuramente più tempo. Mi spiace, ma adesso devo proprio scappare a scrivere una storia che ha dell’incredibile”. E l’ho liquidato con un sorriso che era a metà strada tra lo stupore e lo sconcerto. In pratica lo stesso che avevo ieri notte quando, rientrando dal teatro, applausi al bravissimo Luca Zingaretti e al suo “The Pride”, ho letto la commovente confessione del Gufo con gli occhiali. Il quale, rispondendo ad una delle mie tante boutade satiriche, o presunte tali, ha voluto precisare chissà perchè d’essere un giornalista di Sky e di chiamarsi Flavio Tranquillo. E sin qui nulla di nulla. E niente di male. Ma ora arriva il bello: “Confesso d’aver percepito in un’occasione, nel settembre 2004, un compenso in nero per un lavoro regolarmente svolto”. E cioè la presentazione, ai Rozzi di Siena, della Montepaschi di Carlo Recalcati che aveva appena vinto il suo primo scudetto. Che per questo le sarà presumibilmente pure revocato assieme agli altri sei o sette. Quando infatti stamattina Giannino Petrucci è venuto a sapere dell’amara e sorprendente ammissione di colpa di Cicciobello, che d’ora in avanti non potrò che chiamare Ciccioblack, mi dicono che non stesse più nella pelle. E così al presidente della Federbasket, nonché sindaco di San Felice Circeo, non è parso vero d’aprire subito un’inchiesta per poter togliere tutti i titoli tricolori conquistati dalla Mens Sana di Ferdinando Minucci. Dal primo all’ultimo. Applausi: missione compiuta. La storia di Ciccioblack è invece appena all’inizio. E credo che andrà avanti ancora per un bel pezzo su questo schermo. Giorno dopo giorno, goccia dopo goccia, in eterno. Come in tutti i tormentoni della satira che si rispettino. Certo, per rileggermi ed esaminare attentamente i criptici e indigesti contenuti del blog di Flavio Tranquillo, mi ci vorrà più di qualche confezione di Alka Seltzer in tubetto. Niente paura: ho telefonato alla Bayer che provvederà lunedì a inviarmene, tramite corriere, almeno tre scatoloni. Però una cosa volevo anch’io precisare prima che mi si raffreddi la cena e la Tigre s’arrabbi. Quando ho ieri invitato Petrucci a non fare stavolta prigionieri nella sua ostinata crociata contro l’infedele Pianigiani e tutti i senesi, mi sono anche raccomandato che non facesse sconti a nessuno e men che meno “ai giornalisti, qualcuno dei quali anche di Sky”, qualora da Minucci avessero ricevuto un bel gettone di presenza e l’avessero nascosto all’ufficio delle imposte. Tutto qui. Insomma mi sono ben guardato da fare nomi e cognomi. Né lo giuro avevo pensato a Flavio Tranquillo, ma caso mai a qualche altro amico. Ho solo sparato in aria. E dal cespuglio, con la coda di paglia, è uscito invece all’improvviso un coniglio che fingeva di non farsela sotto. Con le orecchie e le mani alzate. Che diceva di chiamarsi Ciccioblack. Non so altro. A domani.