Che senso mai aveva di giocare sui parquet in zona rossa?

reyer - brindisi

Credevo a torto d’aver ormai iniziato la discesa e invece dovrei tornare a pedalare in salita e non so se ne ho ancora molta voglia. Tanto più che non sono mai stato un fanatico della bici come invece i gemelli Viberti, Paolo e Giorgio, soprattutto Paolo. Che quando piacevolmente raccontava la storia del mitico Jacques Anquetil, dei suoi amori e delle sue amanti, a Piè Tofana durante la Coppa del Mondo di sci di Cortina d’Ampezzo, a cena intorno al gentile caminetto scoppiettante, rimanevi ogni volta incantato pur dubitando che fosse anche vera, ma non era poi così tanto importante. Jacques, ostriche e champagne, era il signore del Tour de France, che vinse cinque volte di fila, e delle corse contro il tempo. Una classe infinita, una vita breve. Stroncata nel 1987, a 53 anni, da un tumore allo stomaco. Non era comunque una storia romanzata o una curiosa leggenda metropolitana. Come ha confessato in un libro la stessa figlia di Anquetil, Sophie: “Sono stata una bambina con due madri: una di loro era figlia dell’altra e per quindici anni le mie due mamme hanno vissuto sotto lo stesso tetto”. Al massimo vado in cyclette. Con la sella da donna, altrimenti mi fanno male le chiappe (chiare). In camera da letto. Leggendo i giornali a ventaglio sul manubrio o guardando la televisione accesa sulla Nba. Sono così venuto a sapere dall’altro gemello, Giorgio, che scrive sulla Stampa, che non si correrà la Milano-Sanremo il 21 marzo come non era mai accaduto in passato se non in tempo di guerra (mondiale) e forse nemmeno il Ghiro d’Italia che dovrebbe partire il 9 maggio da Budapest. Nel qual caso Urbano Cairo o si spara o chiude la Gazzetta. Insomma Papà Urbano potrebbe anche divorziare da Mamma Rosa, il che nemmeno mi dispiacerebbe. Da domani a domenica 15 si disputerà invece la Parigi-Nizza e non la Tirreno-Adriatico. Tant’è che Viberti ragionevolmente si domanda: siamo noi italiani a dipingere il mostro più brutto di quel che è o i cugini francesi a snobbare il pericolo Covid-19? Però i corridori non potranno stringere mani, fare selfie, gettare le borracce al pubblico e dovranno portarsi le biro da casa per firmare il registro al via. E neanche, mi permetto d’aggiungere, pedalare nel gruppo, ovviamente sgranato, ad una distanza uno dall’altro d’almeno un paio di metri. Come dovrebbero fare domani i difensori d’Inter e Parma nella marcatura di Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic che sono tra i più vecchietti del campionato e quindi i più a rischio contagio. A Bologna i tifosi della Fortitudo lo chiamano CoronaVirtus, ma non mi sembra il caso di scherzarci troppo sopra se l’hanno beccato anche Nicola Zingaretti, il fratello di Montalbano, e un poliziotto della scorta di Matteo Salvini. Che per il Fatto Quotidiano un giorno è il Cazzaro verde e un altro lo Sciacallo e così io non so più come chiamarlo. Anche se a me sembra più un cagnolone se è vero che “abbaia alla luna per ogni cosa che fa il governo e promette soldi a pioggia (20-30 miliardi di euro, ma anche 50) per l’emergenza sanitaria”. Tanto non sono suoi e non sono nemmeno rubli. Credo che oramai l’abbiate capito che non ho nessuna voglia di raccontarvi oggi i cavoli miei o di mettermi a discutere di basket con l’Orso Eleni. Che nel giorno di Lucio Dalla, il 4 marzo, ha compiuto gli anni e mi sono dimenticato di fargli gli auguri da amico ad amico senza mettere Dio di mezzo. E’ che martedì di buon mattino mi hanno detto che ho ancora il plasmocitoma alla gola (profonda) e quindi, senza comprare la pietà da nessuno, mi si conceda almeno d’avere avuto per qualche giorno qualcos’altro per la testa di una palla nel cestino. Però sono proprio contento che l’Armani giovedì abbia vinto per il rotto della cuffia a Valencia così l’Orso starà buono per qualche settimana coccolandosi Re Giorgio e il suo Messi(n)a che ora ha, lui sì, un percorso tutto in discesa sulla strada che porta ai traguardi minimi che sono per la giunonica Milano i playoff d’EuroLega e lo scudetto tricolore. Sarebbe bastato che il fiero Ettorre, con due erre come l’indigesto Leo Turrini, avesse intuito prima che più lontano avesse tenuto da sé il consigliere occulto, Flavio Tranquillo, e più sarebbero cresciute le quotazioni delle scarpette rosse in Italia e all’estero. Invece anche martedì s’è portato Ciccioblack nello spogliatoio del Forum nascosto nel cestone degli asciugami come fece una volta lo squalificato Walter Alfredo Novellino, detto Monzon, quando allenava la Sampdoria, ed il risultato è stato che l’Armani con tutti i nove stranieri sul parquet è riuscita clamorosamente a perdere persino con un Real Madrid che senza Randholph, Llull, Mickey, Causeur e Deck più scassato di così non poteva essere. Eppure Mamma Rosa ha titolato: “Milano sfiora il miracolo”. Quale? Forse è meglio allora che il suo bravo figliolo torni alle parole crociate che gli sono più familiari e mi risolva piuttosto il 14 verticale di undici lettere: “Non capisce un tubo di basket”. Facile: Bartezzaghi per l’appunto: anche la Tigre l’ha indovinato. Pedalando sulla cyclette ho visto la sfida tra la prima dell’Est e la prima dell’Ovest in quel campionato che, come dice Valerio Bianchini, sembra una playstation per sbarbatelli. LeBron James (37 punti) e Anthony Davis (30) hanno strapazzato nel terzo quarto Milwaukee alla decima sconfitta in 63 partite grazie ad un break di 16-0 da lasciare senza fiato firmato dai due fuoriclasse di Los Angeles. 32 di Giannis Antetokoumpo, scoppiato sul più bello, e i Bucks (i cerbiatti del Wisconsin) che tornano nella foresta scornati dai Lakers (48-13) per i quali vanno matti Rocco, mio nipote di otto anni, e Dejan Kulusevki neo acquisto della Juve. Dopo cena la sberla: anche la provincia di Venezia è zona rossa. Come quelle di Treviso e Padova. Come tutta la Lombardia e altre nove province del Nord. Oltre a Rimini nella Romagna solatia e Pesaro e Urbino nelle Marche. Dalla prossima mezzanotte al 3 aprile. Divieto d’ingresso e d’uscita. Spostamenti bloccati, scuole e università chiuse, ma anche tutte le palestre e le piscine, cinema e teatri, musei e stazioni sciistiche. Fatemi capire: devo forse barricarmi in casa in quanto immuno-depresso e settantenne? Non proprio, ma quasi. E comunque che senso ha giocare domani Reyer-Brindisi? O Pesaro-Treviso? O i derby di Varese e Cantù? Anche a porte chiuse, ma sempre su parquet di zone ad alto rischio contagio in uno sport che è fatto di contatti. Persino PantaLeo leon-leon Dell’Orco lo capirebbe. E, se lo capisce lui, anche Giannino Petrucci dovrebbe fermare subito tutti i campionati e sospenderli sino al primo week-end della domenica delle Palme. O mi sbaglio? Assolutamente on penso. Difatti è quel che il presidente farà nelle prossime ore non appena il nuovo provvedimento del governo sarà ufficiale. Intanto mi tocca rifare tutta la parte finale del pezzo perché nel frattempo Treviso è rimontata sul pullman ed è tornata a casa da Pesaro. Così ha deciso Paolo Vazzoler seduta stante, cioè non appena ha appreso la notizia delle tre province del Veneto su sette isolate per timore del contagio da Covid-19. E benissimo ha fatto. Non si giocherà domani sera nemmeno al Taliercio.  Dove si sarebbero dovuti sfidare a duello Austin Daye (nella foto) e Adrian Banks e i due migliori allenatori dell’anno, Walter De Raffaele e Frank Vitucci, nella rivincita della finale di Coppa Italia di tre settimane fa a Pesaro. Per la verità il paisà di Cannaregio sarebbe anche stufo d’arrivare sempre secondo, ma se il livornese non sarà premiato quest’anno dopo che con Venezia ha vinto due scudetti in tre anni, una coppa europea e una d’Italia, oltre all’accesso tra le prime otto dell’EuroCup, conquistato con merito mercoledì a Brescia e a torto poco esaltato dalla gazzette che si perdono ormai solo dietro a Messina, Sacchetti e Pozzecco, ascolti me: mandi tutti a remengo. Come ero tentato di fare anch’io con l’Orso permaloso. E invece gli mando anche un piccolo e affettuoso presente in regalo. Ovvero un nuovo nomignolo: lo chiamerò da oggi Cripto. Sperando che per una volta sorrida e accetti la mia satira da tre soldi. Buonanotte. Aspettando che domattina con gli americani in rivolta che minacciano di scappare negli States siano rinviate pure Varese-Milano, Virtus-Reggio Emilia e Cantù-Cremona. Già a porte chiuse. E salvando, ma neanche, Brescia-Fortitudo se proprio non sapranno resistere di non giocare come l’Inter del Conte Antonio a Torino nello stadio vuoto. E allora chissà che perda. A Dio (e pure a me) piacendo (parecchio).