Buon anno a tutti tranne che all’Innominato del Circeo

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Buon anno a chi pensa che una partita di calcio sia sempre e comunque più bella di una di basket. E non capisce un cazzo. Buon anno a chi non scrive cazzo, ma c…o con quei tre puntini che può già mettersi sappiamo tutti dove. Buon anno all’uovo di Carlo Cracco: 1500 euro a testa per la cena esclusiva di San Silvestro sulla torre dell’Arsenale di Venezia senza che lo scaltro chef stellato si facesse vivo neanche per il brindisi (in gondola) di mezzanotte. Buon anno ai furbini dei sestieri e ai furbetti del quartierino che nel Bel Paese si moltiplicano di giorno in giorno come i pani e i pesci. Buon anno a tutti quelli che mi vogliono bene e sono molti di più di quanti pensate. Buon anno agli aficionados che mi leggono sorridendo e non si stupiranno se nel 2017 sarò più cattivo ancora. Tanto a essere buoni non val la pena e a diventarlo si fa presto. Buon anno all’unico bar della piazza della torre che ha tenuto aperto anche a Capodanno. Buon anno alla prima cosa che mi viene in mente nel primo giorno dell’anno. Buon anno al Vate Bianchini che mi ha chiamato Profeta e non Cassandra: la nostra pallacanestro sta andando a rotoli e almeno lui se ne è accorto. Buon anno ai tre più bravi allenatori della Banda Osiris che sono rimasti in pochi: cinque o sei in tutto. Ovvero nell’ordine GasGas Trinchieri, Sacripantibus e Boniciolli. Buon anno a chi ancora crede che l’armata di Armani possa vincere l’EuroLega. Buon anno ai tre Re Mogi della Nba che sono rimasti in due: Gallinari e Belinelli. Buon anno al Gallo di Denver che non ha mai vinto nulla nella vita e non ha mai offerto un caffè neanche a Gelsomino Repesa. Buon anno a Nando Gentile che proprio oggi compie cinquant’anni. Buon anno a Ciccioblack Tranquillo che almeno ha trovato il coraggio di confessare d’aver preso il nero dal diavolo Minucci. E buon anno a lui e ai senesi che erano i migliori di tutti. Buon anno a Ettore Messina al quale domando con affetto: ma chi te l’ha fatto fare? Buon anno all’Artiglio Caja che non si vergogna d’essere mio amico e al quale adesso chiedo il miracolo di salvare la Varese di Moretti che è un autentico disastro. Buon anno a Pand’oro Pancotto che non mi risponde al telefono. Buon anno al Paron Zorzi, a Max Chef Menetti e a Ray-Ban De Raffaele che per primi stanotte mi hanno fatto gli auguri. Buon anno a Simone Pianigiani che da Gerusalemme si è fatto vivo nel giorno in cui laggiù non è Natale. Buon anno ai trentini che ospiteranno quest’estate la nazionale di chi li ha sbattuti fuori dall’Europa. Buon anno a quelli che mi supplicano di dare anche a loro un soprannome carino come quello del Pesciolino Rosso che, se non sapete chi sia, vuol proprio dire che mi leggete saltuariamente. E così chiamerò d’ora in poi Paolo Vazzoler, che ha salvato Treviso dall’oblio cestistico, Radicio. Ovviamente rosso. O il Trovato, giemme della Virtus, Machilha. E se non l’avete capita, pazienza: ve lo spiegherò la prossima volta. Buon anno a questa rubrica di trentatre righe che ho già sforato. E allora buon anno a tutti tranne che a uno. Che chiamerò l’Innominato perché non si merita per l’appunto d’essere nominato. Vi dico soltanto che Ruggiero Palombo (voto 7.5) gli ha dato quattro nelle sue pagelle di fine anno sulla Gazzetta. Ed è stato con il tiranno del Circeo ancora molto ma molto largo di manica. O mi sbaglio?