Brindo al secondo posto di Siena e ai playoff di Reggio

In 40 righe c’è tutta la dichiarazione di guerra degli Stati Uniti al Giappone. Quaranta righe, anche meno, possono allora bastare per la cronaca di una partita di pallacanestro. Per quanto importante questa sia. E quella di Reggio Emilia lo è stata perché la Grissin Bon, battendo la Vitasnella, ha centrato l’obiettivo dei playoff accantonando per il momento il cambio di panchina che ho ipotizzato alla vigilia. Ma non sta bene Sacripantibus in Brianza? Sì, ma può guadagnare di più a Reggio Emilia. Lui, ma anche conseguentemente il suo manager che, guarda caso, è lo stesso di Max Menetti. Nessuna meraviglia: quella simpatica volpe che è Virginio Bernardi ha in mano almeno la metà degli allenatori d’Italia. Qualche altro nome? C’è solo l’imbarazzo della scelta: Orate Frates in primis, Emanuele Molin, che è il mio preferito per l’Oscar d’allenatore dell’anno 2013-14, o Attilio Caja al quale non capirò mai bene perché, e glielo ho detto a Virginio, non ha trovato negli ultimi anni una squadra degna del suo elevato valore. Senza dimenticare il Gas Gas Trinchieri che è di Bernardi l’occhio destro. E Sacripanti quell’altro. Ma torniamo a bomba, cioè alla sfida di Reggio, che ho visto in diretta tv sorseggiando champagne e brindando allo scudetto della mia Signora insieme all’incredibile secondo posto anche aritmeticamente conquistato dalla Beneamata senese nella regular season. Lo confesso, sono molto su di giri, ma non ancora ebbro al punto d’essermi appisolato negli ultimi due quarti quando anche un cieco avrebbe visto che Cantù era allo sbando e Reggio, con la vittoria (per 83-68) in pugno, al settimo cielo grazie a James White (23 punti) e a Andrea Cinciarini (15). Non penso di spararla grossa dicendo che due così farebbero comodo anche all’Armani per la prossima Eurolega e comunque il Cincia, fidatevi, distrutto da Gas Gas e rigenerato da Pianigiani il Nazareno in nazionale, è il miglior playmaker del Belpaese. Match in equilibrio sino al 23 pari, poi il Grissin Bon ha preso il largo (34-24) con le seconde linee (Filloy, Antonutti e Brunner) e la Vitasnella passivamente è andata alla deriva (59-45) salvando la faccia solo con un paio di triple di Ragland e Abass. Inguardabile
Aradori, impalpabile Cusin: come fa Cantù ad essere terza in classifica resta per me un mistero. Molti i miracoli invero nella penultima domenica di campionato: l’ennesimo di Siena che sbanca Varese a Masnago senza Erick Green, ma coi 18 di Othello Hunter e i 16 di Marquez Haynes, e quello di Pesaro che, vincendo incredibilmente a Brindisi, spera ancora nella salvezza senza aggrapparsi ai guai della Montepaschi. Evviva!