Mi spiegate perché Artiglio Caja non allena in serie A?

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Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello. E una ragazza giusta che ci sta. Questo cantava Stefano Rosso e noi con lui sul finire degli anni settanta seduti attorno ad un fuoco in riva al mare sulla spiaggia. Insomma io non l’avrei fatta tanto grande per una canna di marijuana che si è fatto Lamarshall Corbett, guardia di Treviso, prima della partita che la squadra dell’OroPilla Pillastrini ha vinto a Brescia esattamente un mese fa. Quel giorno l’americano della North Carolina aveva segnato 27 punti, con 7/12 da due e 3/5 da tre. Figuriamoci cosa avrebbe combinato se non fosse stato fumato. Da quel che ne so infatti la cannabis regala al massimo un po’ d’euforia in più, ma non migliora di certo la prestazione. Anzi. E comunque che Andrea Gracis fosse sotto choc, come ha scritto qualcuno, mi è sembrato esagerato. Lo conosco da quand’era in fasce e non credo che il diesse della De’Longhi fosse sconvolto a tal punto. Dispiaciuto, questo sì. Perché Corbett, già sostituto oggi da Ty Abbott, speriamo bene e non me ne vogliano quelli di Legnano, non era assolutamente male e con lui Treviso era ed è capolista a sorpresa in A2 nel girone dell’Est. A me impressiona molto di più che nel 2015 il giudice sportivo di serie A si esprima ancora così nel suo puntuale comunicato post derby con Milano: “Ammenda di 3.000 euro alla Pallacanestro Cantù in quanto un individuo isolato non tesserato ma chiaramente riconducibile alla società canturina stazionava per tutta la gara all’ingresso del tunnel di accesso agli spogliatoi; inoltre in tre occasioni, nonostante il richiamo degli arbitri, durante il time-out entrava sul terreno di gioco a parlare con l’allenatore e i giocatori”. Neanche i caramba scrivono in questo modo arcaico quando buttano giù un verbale. E comunque non si faceva molto prima a dire che Dmitry Gerasimenko, il nuovo proprietario della Vitasnella, non sa stare al suo posto e che durante la partita dovrebbero legarlo ad un pilone in cemento armato del Pianella con un bavaglio alla bocca, così non disturba il povero Fabio Corbani, come fanno nel villaggio gallico di Asterix con il bardo Assurancetourix insopportabilmente stonato? O mi sbaglio? Per correttezza dell’informazione devo anche correggermi e chiedere scusa a Max Oriani se gli avevo tirato le orecchie sostenendo che il magnate dell’acciaio è di origini ucraine. E invece è proprio russo come mi ha confermato il bravo Daniele Della Fiori, figlio del mitico Ciccio. Che ho mandato a salutare con grande affetto. La mia domenica di basket è iniziata poco dopo l’alba. Quando ho visto in registrata i Toronto Raptors tenere testa a San Francisco Golden State disubbidendo al mio dermatologo che si era raccomandato di vedere pure la Nba su Sky, ma sempre senza l’audio. E invece non ho resistito a sentire gli urlacci del Gufo con gli occhiali che indemoniato gridava dopo i 14 punti e il 4/4 nelle triple imbucate nei primi cinque minuti da quel fenomeno di Stephen Curry: “Io vado viaaa. E ti lascio da solooo, caro Bonfa. Non ce la faccio piùùù”. Ma purtroppo è rimasto sino alla fine: 112-109 per i campioni, 44 di Curry e 26 di Klay Thompson, striscia-record vincente dei Golden State che si allunga a 21 vittorie di fila. E così adesso mi sto grattando a più non posso. Un giorno vi dirò anche perché a me Curry fa veramente schifo. E non bestemmio. Semmai dovreste scuotere la testa per ben altro. Per esempio per il francesismo non richiesto che si è concesso Matteo Soragna: “Curry mi fa impazzire quando gli riescono certi tiri di merda”. Va bene i tiri ignoranti di Basile, ma questi non li avevo mai sentiti citare prima di lunedì in televisione. E non sono un puritano. Anche se caso mai mi scandalizza che Attilio Caja non alleni una grande squadra di serie A, ma lui è felice lo stesso e io più di lui. Nel pomeriggio la sua Roma ha strapazzato la mia Siena di Ramagli: subito 21-4 e al termine 68-50. Con un favoloso Craig Callahan (24 e 9/12). Artiglio ha preso in mano l’Armata Brancaleone di Ciglione Toti e Guido Saibene ultima a quota zero dopo quattro giornate. Ebbene ha perso le prime due partite, una per un punto all’ultimo secondo e l’altra all’over time, ma poi con quella odierna ha infilato la quinta vittoria consecutiva e lo storico palazzetto di via Tiziano è tornato per miracolo a riempirsi e ad impazzire di nuovo per lui e per la pallacanestro. Anche se in A2 nel girone dell’Ovest. Serve aggiungere altro? Non credo, mentre corro a vedere la Reyer contro Cantù al Taliercio senza immaginare che avrebbe beccato 100 punti tra capo e collo.