Questo benedetto 2016 bisesto mi ha già ben che rotto

zucchero

Non ti sopporto più. Davvero. Con chi ce l’ho? Non dovreste neanche chiedermelo e comunque cortese vi rispondo lo stesso: ovviamente con l’anno nuovo. Che al secondo giorno mi ha già sfinito, prostrato e con buone probabilità anche esaurito. Tanto che sto sul serio meditando di fare come Zucchero Sugar Fornaciari. Ovvero? Di buttarmi giù dal quinto piano. E non perché mi ha rotto il blues. Quanto perché il 2016 mi ha proprio rotto le palle. Stamattina mi ero anche svegliato d’ottimo umore. Un favoloso caffellatte. A proposito: con molto zucchero. Le foto dei miei tre nipotini che mi sorridono dai ripiani della vecchia libreria in noce. Due sono a Cortina e uno alle Maldive. Beati loro. E io qui che comincia a piovere di brutto. Governo ladro. Stanotte avevo abbandonato a metà un buon film: Exodus: dei e re. Un kolossal biblico ben fatto, ma un po’ lungo. Come deve essere, altrimenti non sarebbe biblico. Meglio allora dividerlo in due parti. E questo ho fatto. Dopo aver scoperto che neanche Mosè sapeva d’essere ebreo, ma credeva d’essere figlio illegittimo di un faraone egizio. Però prima di vedere lo spettacolo del Mar Rosso che pure si apre in due ho deciso di programmarmi il sabato sportivo in tivù: alle 16 il derby tra Espanyol e Barcellona e alle 20.30 l’EA7 Milano contro i campioni d’Italia di Sassari. No la Premier League no: mi ha annoiato. E non poco. Checché ne dica il balilla Paolo Di Canio. Del resto, se il Leicester è in testa alla classifica con l’Arsenal e le Foxes di Claudio Ranieri hanno raccolto nelle ultime due partite appena un punticino senza segnare uno straccio di gol, sono sicuro di non essere il solo al mondo a pensarla allo stesso modo. Ho invece pensato male di registrarmi questo o quell’evento di calcio o basket sorseggiando il caffellatte bollente. Difatti mi sono subito rovinato la giornata e forse pure l’intero 2016. Perché stavolta davvero non ce l’ho fatta a dribblare come Garrincha tutte le repliche del Buffa & Tranquillo the reunion disseminate da Giovanni Bruno (o Bruno Giovanni?) ogni mezzora lungo il tortuoso percorso di Sky Sport. E ci sono caduto dentro in pieno. Dalla testa ai piedi. Mi ha scritto un caro amico del quale preferisco non fare il nome per non danneggiarlo: “La trasmissione di Uffa e Cicciobello è sul serio un delirio di onnipotenza”. E di onnipresenza aggiungo io. “Al punto che non mi meraviglierei se prossimamente sullo stesso schermo Cicciobello non ci proponesse la sua ecografia rettale per la prostata e Uffa il filmato della sua colonscopia”. E poi ve lo ridomando: ma li leggete i giornali? Un anno per l’altro e non è cambiato niente. E tutte le risate del primo gennaio con il grandissimo Checco Zalone in Quo vado? (7 milioni di euro d’incassi record) sono già evaporate nel nulla. “Strangolata dalla figlia di un’amica per cento euro prestati”. Nel cuore di Mestre e non nel Bronx di Marghera. Mentre Matteo Salvini e i suoi verdi, anche dalla bile, erano già pronti ad urlare: “Il solito espatriato: ammazziamolo”. E’ stata invece Susanna Lazzarini, 52 anni, a confessare d’aver strangolato l’ottantenne ex guardarobiera del Casinò: i soldi le sarebbero serviti per il cenone di San Silvestro con i due figli prima della mezzanotte. Che la Rai sull’Uno ha annunciato con un minuto di anticipo. Più bestemmia per sms che scorre sul rullo degli auguri. Anno bisesto, anno senza sesto.